
Oggi, la storia 17.03.15
Oggi, la storia 17.03.2015, 07:05
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Con la nascita del Regno d'Italia, il 17 marzo 1861, giunse a termine il così detto Risorgimento. Tuttora usata per indicare l'unificazione nazionale della penisola, questa parola non è neutra: esprime l'idea che la nazione italiana esistesse da tempo immemorabile e fosse appunto "risorta" con la creazione del nuovo Stato. In realtà si trattava di un mito, come prova anche soltanto il fatto che il 97,6% degli abitanti del regno non parlasse l'italiano, ma un'infinità di dialetti e idiomi diversi.
Per essere più precisi, si trattava di una tradizione inventata. Le nazioni sono fenomeni moderni, che si profilarono in America e in Europa fra 700 e 800; affermare che invece erano antiche serviva a legittimare i nascenti movimenti nazionalisti e le loro rivendicazioni. Ciò vale per la storia di molti paesi.
Un grande storico italiano, Federico Chabod, individuò ad esempio le prime tracce di una moderna idea di nazione nella Svizzera del '700, dove presero corpo contrapponendo le tradizioni locali all'influenza francese. Nella prima metà dell''800 fiorì poi un gran numero di falsi poemi celtici o in inglese antico, che furono scritti allo scopo di sostenere i nascenti movimenti nazionalisti. Con buona pace del grande Sean Connery anche il kilt, emblema della nazione scozzese, è un'invenzione ottocentesca.
Né tradizioni simili hanno mai smesso di essere inventate o reinventate: in Italia la leggenda di Alberto da Giussano è stata rilanciata dalla Lega Nord per l'indipendenza della così detta Padania. Una martellante propaganda nazionalista ha fatto della battaglia del Campo dei Merli fra serbi e ottomani, avvenuta nel 1389 nell'odierno Kosovo e fino a poco fa ignota ai più, il simbolo dell'identità nazionale serba. E potrei continuare.
Sbaglieremmo, dunque, se prendessimo per buone queste invenzioni. Faremmo altrettanto, però, se le trascurassimo quando un numero consistente di persone le ha prese per buone e vi ha costruito la propria identità collettiva. Una volta consolidate, infatti, anche le tradizioni inventate incidono sul corso degli eventi.
Tenerne conto è molto importante se non altro perché le radici identitarie molto profonde ed esclusive possono tradursi in un'opposizione secca tra "noi" e "gli altri", suscettibile di dar luogo a fenomeni intolleranza, di xenofobia e al limite di razzismo nei confronti di chi è diverso.