Oggi, la storia

Il primo ghetto in Europa

di Denise Tonella

  • 29.03.2016, 09:05
Gheto Vechio

Gheto Vechio

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Oggi, la storia
Martedì 29 marzo 2016 - 07:05

È il 29 marzo 1516. La Serenissima Repubblica di Venezia delibera l’istituzione del ghetto, dove da ora in poi gli ebrei veneziani sono costretti a risiedere. È il primo in Europa. La parola deriva dal nome dell’area in cui sorse il quartiere ebraico. Essa era denominata “Ghetto”, poiché vi si trovavano le fonderie pubbliche per la fabbricazione delle bombarde – dal verbo ghettare, ossia affinare il metallo con la ghetta (diossido di piombo). L’area era distinta in due parti, chiamate rispettivamente Ghetto Vecchio e Ghetto Nuovo. Verso l’inizio del Quattrocento le fonderie smisero di funzionare e l’area rimase disabitata per vari decenni.

Nel 1508 scoppiò la guerra della Lega di Cambrai, uno dei maggiori conflitti delle guerre d’Italia del XVI secolo. Fu scatenata per contrastare le mire espansionistiche della Repubblica di Venezia in terraferma. Tutti i principali stati europei dell’epoca si coalizzarono contro la Serenissima. Il conflitto durò otto anni e portò numerosi ebrei a riversarsi dalla terraferma a Venezia, in ricerca di rifugio. Questo sviluppo fece crescere di molto la comunità ebraica veneziana e destò preoccupazioni da parte dei residenti cristiani. Il 29 marzo 1516 il Senato stabilì che tutti gli israeliti dovessero risiedere nella località del Ghetto Nuovo. Nacque così un’istituzione, che fu poi ampiamente applicata anche nel resto d’Europa. Il Ghetto Nuovo era accessibilie solo tramite due ponti, che venivano chiusi di notte tramite robusti cancelli. Agli abitanti era permesso uscire dal quartiere solo di giorno e con dei segni distintivi. Con la crescita della comunità ebraica fu necessario costruire edifici sempre più alti. Tutt’oggi le costruzioni del Ghetto si distinguono per la loro altezza. Nel corso del Cinquecento vennero edificate varie sinagoghe, che costituiscono tuttora un complesso architettonico di grande interesse. Tradizionalmente gli ebrei veneziani esercitavano l’usura, cioè un’attività creditizia – oggi si direbbe che erano banchieri. La Chiesa proibiva ai cristiani l’usura. Riteneva, infatti, contrario alla morale lucrare interessi su somme date a pegno. Andare in ghetto a contrarre un prestito faceva parte degli usi abituali dei Veneziani. I rapporti della comunità ebraica con la Repubblica furono sempre instabili. Spesso si svolgevano campagne di conversione al cattolicesimo.

I ghetti furono aboliti solo nel XIX secolo. In alcuni Stati dell’Europa centrale e orientale furono reintrodotti durante le persecuzioni razziali del XX secolo.

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