Oggi, la storia

Individuo Libertà Appartenenza

di Lina Bertola

  • 22 gennaio 2015, 08:05
IKy_liberte.JPG

Manifestanti durante la Marcia dell'11 gennaio 2015 a Parigi

  • Keystone
02:57

Oggi, la storia 22.01.15

Oggi, la storia 22.01.2015, 07:05

La grandiosa, e coraggiosa risposta popolare alle tragiche vicende parigine ha ribadito che l’Illuminismo è davvero un punto di non ritorno.

Più volte, in questo spazio di Oggi la storia, ho avuto modo di ricordare quei valori della modernità che hanno nutrito lo spirito laico delle nostre società e delle nostre democrazie, richiamando la necessità di far riaffiorare il significato di parole oggi depotenziate, spesso tradite nel loro senso.
Parole tradite dentro le vetrine della globalizzazione, che in un’apparente polis globale rischia di frantumare ogni sentimento di appartenenza, facendone implodere sempre più spesso il volto perverso. Parole infragilite dentro quell’ontologia del mercato che pretende di raccontarci, invadendo le nostre esistenze di individui, spesso lasciati soli nell’esercizio delle libertà.
Le immagini di domenica 11 gennaio, a lungo resteranno nei nostri occhi, e nei nostri cuori, perché hanno fatto riemergere, con la forza inequivocabile della loro fisicità, il valore di queste parole: individuo, libertà, appartenenza.
Quel “Je suis Charlie”, je suis… urlato in molteplici varianti, in un abbraccio totale, a dire, di ognuno, i molti possibili intrecci identitari, è un io che diventa un noi.

Proprio come avvenne nel viaggio filosofico di Cartesio, perché il “je suis” di monsieur René Descartes, seduto in veste da camera davanti al fuoco, ad interrogarsi sulla realtà della sua esistenza, dopo molti dubbi si risolve nell’io del cogito ergo sum. Una certezza individuale, che appartiene però a tutti gli uomini, uniti nel compito di una possibile esistenza guidata dalla ragione.
Su questo individuo, che inaugura il pensiero della modernità, l’Illuminismo prossimo venturo edificherà quel messaggio etico che ancora oggi rimane un punto di non ritorno.
Perché il coraggio di pensare con la propria testa, con cui Kant identifica l’Illuminismo, trova il suo nutrimento etico proprio nell’idea di libertà: agisci in modo di trattare l’umanità nella tua persona e nella persona dell’altro, sempre come un fine e mai come un semplice mezzo. La libertà dell’io può essere pensata solo dentro l’idea di umanità.
Qui le parole individuo, libertà, e appartenenza, si intrecciano e si richiamano vicendevolmente, ad esprimere un unico valore: la dignità della vita e la nostra responsabilità nei suoi confronti.

Una lezione di filosofia -vissuta sulla pelle anche da milioni di giovani- che, nel mezzo della tragedia, lascia qualche buona speranza per il futuro.

Ti potrebbe interessare