Oggi, la storia

La brigata ebraica

di Claudio Visentin

  • 27.04.2016, 09:05
Brigata ebraica

Un soldato della Brigata Ebraica trasporta un proiettile d'artiglieria sul quale, in ebraico, è apposta una scritta che recita "un regalo a Hitler"

  • Wikipedia

Oggi, la storia
Mercoledì 27 aprile 2016 - 07:05

Due giorni fa gli Italiani hanno celebrato l’anniversario della liberazione dal nazismo e dal fascismo. Durante il corteo milanese però i sostenitori dei palestinesi hanno contestato i rappresentanti della Brigata ebraica; e a Roma, per evitare simili problemi, gli ebrei hanno rifiutato di partecipare alle manifestazioni pubbliche.

Considerato che non mancano occasioni per sostenere le legittime ragioni della causa palestinese, queste provocazioni in occasione del 25 aprile sono semplicemente frutto d’ignoranza e pregiudizio, perché confondono malamente epoche e questioni diverse: quello che uno storico non dovrebbe mai fare.

La Brigata ebraica ha invece pieno diritto a essere presente là dove si ricorda la guerra di liberazione. Questo reparto fu costituito nel 1944 con volontari di Palestina, ai quali si aggiunsero ebrei provenienti da altri Paesi: Canada, Sudafrica, Australia, Polonia e Russia. Inquadrata nell’esercito inglese, nel 1944 la Brigata ebraica fu schierata sul fronte italiano, dove si distinse nella faticosa risalita della penisola lungo il versante adriatico, combattendo efficacemente contro i nazisti. A partire dall’aprile 1945 la Brigata ebraica ebbe anche la sua bandiera, azzurra e bianca con al centro la stella di David.

I numeri erano ridotti – circa cinquemila soldati – ma l’importanza simbolica fu enorme. Mentre i nazisti, pur sconfitti, portavano avanti a ritmo accelerato lo sterminio degli ebrei, con il sostegno dei fascisti, quel popolo perseguitato prendeva le armi contro i suoi nemici.

Inoltre, già durante la guerra, in modo del tutto spontaneo, i membri della brigata aiutarono i superstiti delle comunità ebraiche, sconvolte dalle persecuzioni. Ho conosciuto da vicino il toccante episodio di Sciesopoli, nel comune bergamasco di Selvino. Qui ottocento orfani di famiglie ebraiche, raccolti in condizioni disastrose dai ghetti e dai campi di concentramento di tutta Europa, furono accolti e aiutati a iniziare una nuova vita.

Nel 1946 la Brigata ebraica fu sciolta e l’esperienza militare dei suoi soldati fu messa al servizio del nascente Stato d’Israele.

Un filo sottile lega le vicende della Brigata ebraica al nostro cantone: nel 1944 un giovane ebreo di origini piemontesi, Vittorio Dan Segre, seguiva la brigata in Italia come corrispondente di guerra. Negli ultimi anni della sua vita Dan Segre fondò l’Istituto studi mediterranei presso l’USI e si impegnò coraggiosamente proprio in favore del dialogo tra ebrei e palestinesi.

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