Oggi, la storia
Martedì 16 giugno - 7.05

Oggi, la storia 16.06.15
Oggi, la storia 16.06.2015, 07:05
Contenuto audio
L’11 giugno 1571, a Firenze, è stata aperta al pubblico la Biblioteca Medicea Laurenziana. Si tratta a tutt’oggi di una delle biblioteche più insigni al mondo. Conserva la maggiore collezione italiana di papiri egizi e una delle principali raccolte di manoscritti. Sono, infatti, più di diecimila i codici e più di duemila i papiri custoditi fra le sue mura. Il complesso architettonico della biblioteca è stato disegnato da Michelangelo Buonarroti su commissione di papa Clemente VII. I lavori di costruzione sono durati a lungo e la biblioteca è stata ultimata nel 1571 solo grazie all’impegno di Cosimo I de’ Medici. Il nome Laurenziana deriva dal fatto che la biblioteca è accessibile dai chiostri della basilica di San Lorenzo a Firenze. L’aggettivo Medicea si riferisce invece al nucleo originario di libri provenienti dalle collezioni librarie di membri della famiglia Medici.
I più antichi manoscritti, una sessantina, sono appartenuti a Cosimo il Vecchio, politico e banchiere italiano, nonché primo uomo di rilievo della famiglia Medici e fautore del banco fiorentino. Nato nel 1389, Cosimo il Vecchio è cresciuto nella Firenze del primo Rinascimento. Una Firenze dunque caratterizzata da un rinnovamento culturale chiamato Umanesimo e perpetrato qualche decennio prima da Francesco Petrarca. Cosimo il Vecchio fu tra i primi membri della classe dirigente ad aver ricevuto una formazione umanistica basata sulla riscoperta dei classici, sullo sviluppo della scienza filologica, nonché sulla versatilità dell’ingegno. Dopo aver affiancato a lungo il padre nella sua attività commerciale e bancaria, si profilò come uomo d’affari di successo, riuscì a incrementare i profitti e diventò uno degli uomini più ricchi del suo tempo. Capì ben presto di poter utilizzare le arti come potente strumento di affermazione politica e di promozione della propria immagine e di quella della sua casata. Fu tra i primi signori a circondarsi di letterati e umanisti, a raccogliere libri rari e a fondare biblioteche, tra cui anche la prima biblioteca pubblica nel Convento di San Marco. Frequentò intellettuali di primo calibro. Ricordo qui solamente Niccolò Niccoli, Poggio Bracciolini e Marsilio Ficino. Insieme a loro promosse il platonismo e fondò l’Accademia neoplatonica, un luogo in cui gli umanisti potevano trovarsi per discutere e scambiarsi varie teorie.
Alla sua morte nel 1464 il figlio Pietro e poi in particolare il nipote Lorenzo il Magnifico continuarono a dar spazio al patronato delle arti e ad arricchire la biblioteca di famiglia facendo acquistare e trascrivere molti codici. Essi costituiscono oggi il corpus originario della collezione della Biblioteca Medicea Laurenziana e rispecchiano le scelte consapevoli fatte dai mecenati di formazione umanistica nei primi decenni del Rinascimento fiorentino.