Oggi, la storia

La "violenza": dal medioevo ad oggi

Rete Due, venerdì 19 settembre, 07:05

  • 19.09.2014, 09:05
Ky_attivista contro la guerra.JPG

Attivista contro la guerra

  • Keystone

Oggi la storia 19.09.14

Tutti d’accordo, credo, sul fatto che quella appena passata è stata un’estate violenta: si sono scatenate guerre, minacciate distruzioni, decapitati innocenti, rapite centinaia di donne… E sul fronte naturale mentre al nord bruciavano i boschi al sud arrivavano uragani mai visti e terribili morbi viaggiavano in jet da uno stato all’altro. Cosa significa il termine violenza? Fermiamoci un momento sulla violenza presente nella nostra storia di uomini, organizzati in società che per molti aspetti appaiono civili ma che sono investite ad intervalli da gelide folate di violenza. Forse è utile riflettere su alcuni sensi della parola nel nostro passato; lo farò da medievista quale sono. In quei secoli cosa era percepita e definita come “violenza”? La guerra più che violenza era vista come calamità naturale simile alla carestia e alla peste; il termine “violenza” aveva per lo più significati connessi ad atti umani clamorosamente volontari. Sovente era sinonimo di stupro condannato perché infrangeva le leggi fondamentali della riproduzione, della famiglia e quindi della società e a sua volta provocava da parte del gruppo al quale apparteneva la vittima, altra violenza, la vindicatio o vendetta in quei casi giudicata però legittima. Si chiamava violenza anche la risposta eccessiva e sproporzionata a un’offesa: per esempio l’atto del tiranno che puniva in modo ritenuto “disumano“ chi non pagava le tasse o sfuggiva al servizio che era dovuto seconda la legge feudale. Tra parentesi: l’ attenzione dedicata dai pensatori dell’Età di Mezzo alla figura del tiranno -visto come mostruosa degenerazione morale prima che politica – giungeva in alcuni teologi fino alla approvazione del tirannicidio. Violenta era considerata pure la premeditazione di un omicidio, mentre la medesima azione compiuta come “atto d’onore” era giudicata con indulgenza e graziata. Ma qui dobbiamo purtroppo ricordare che in Italia fino al 1981 le cose non andavano diversamente e al “delitto d’onore” venivano riconosciute significative attenuanti di ordine “sociale”. A dimostrazione che le convinzioni emotive nelle quali la ragione non interviene a far chiarezza sono straordinariamente dure a morire.

Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri

Ti potrebbe interessare