
Oggi, la storia 30.09.14
Oggi, la storia 30.09.2014, 07:45
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Mesi fa ho accennato alle origini della prima guerra mondiale, oggi parleremo di quelle della seconda. Il 30 settembre 1938 la conferenza di Monaco dette a Hitler mano libera per acquisire la regione cecoslovacca dei Sudeti, abitata in maggioranza da cittadini di lingua tedesca. Hitler, che aveva appena annesso l'Austria, pose sotto controllo l'intera Cecoslovacchia e meno di un anno dopo invase la Polonia, scatenando la guerra.
A Monaco c'erano Hitler, Mussolini, il premier inglese Chamberlain e quello francese Daladier. Quella conferenza è un l'episodio chiave della politica anglo-francese di appeasement (pacificazione): una linea conciliante basata sull'idea che alcune concessioni potessero fermare l'aggressività del nazismo. Era un'idea sbagliata, che ne sottovalutava la vocazione bellicista. Inoltre l'opposizione anglo-francese all'Unione sovietica impedì di coinvolgere quel paese, ponendo Hitler di fronte alla minaccia di una guerra su due fronti. Il fallimento dei negoziati con l'URSS fu anche una premessa della scelta di Stalin di siglare con la Germania un patto di non aggressione e di spartizione della Polonia.
In ogni caso, però, le corresponsabilità delle democrazie occidentali per la politica di appeasement e quelle dell'URSS per l'accordo con Hitler non devono farci mai dimenticare che il vero protagonista dello scatenamento della guerra fu il nazismo. Né può essere trascurato il fatto che la pace punitiva imposta alla Germania dopo conflitto del 1914-18 aveva diffuso in quel paese una volontà di rivincita e favorito la stessa ascesa di Hitler al potere. Gli studi più aggiornati hanno infine sottolineato il carattere globale della guerra, insistendo in particolare sul ruolo del Giappone, il cui attacco all'URSS favorì la scelta di Stalin di accordarsi con Hitler.
Il problema delle origini del secondo conflitto mondiale è dunque complesso. Ma il fatto è che nessun evento storico ha una sola causa e dunque non esistono spiegazioni monocausali valide. Proprio come ciò che sta accadendo oggi, ad es. in Ucraina e nel Medio Oriente. Sì, perché il presente non è che una sottile linea in perenne movimento che separa il futuro dal passato.
Tommaso Detti