Oggi, la storia

Lou Salomé: diventare se stessa

di Lina Bertola

  • 04.02.2016, 08:05
Lou Salomé

Lou Salomé

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Oggi, la storia
Giovedì 04 febbraio 2016 - 07:05

“Dottor Breuer, devo vedervi per una questione di grande urgenza. Il futuro della filosofia tedesca è a repentaglio. Vi prego di volervi incontrare con me domani mattina alle nove al caffè Sorrento. Che biglietto sfacciato! Erano anni che nessuno gli si rivolgeva con un tono così impertinente.”

Qualcuno forse avrà riconosciuto l’incipit dello straordinario romanzo di Irvin Yalom, “Le lacrime di Nietzsche.

Il dottor Breuer, psichiatra viennese, fu uno dei primi a trattare l’isteria con l’ipnosi e, come lo stesso Freud ebbe a riconoscere, anticipò l’impianto teorico della psicoanalisi.

Ma chi era mai quella signora impertinente che aveva osato importunarlo durante le sue vacanze a Venezia? La bella donna, alta e maestosa, era Lou Andreas Salomé, preoccupata per lo stato di salute di Nietzsche.

Nata a san Pietroburgo nel 1861, Lou Salomé fu un’intellettuale autodidatta, con una buona formazione filosofica. Nel suo incessante viaggiare, intrecciò la vita con personalità di spicco della cultura di fine Ottocento e inizio Novecento. A Roma, nel 1882, conobbe Nietzsche che la definì “acuta come un’aquila e coraggiosa come un leone”: aquila e leone, animali simbolo di Zaratustra. L’incontro con Lou aveva nutrito il suo pensiero: “soltanto dopo averla frequentata- scrive Nietzsche- sono stato maturo per il mio Zaratustra”.

Nietzsche si innamorò di lei, ma lei restò fedele solo al loro sublime e intenso rapporto intellettuale.

Tra i molti incontri, anche la storia d’amore con il poeta Rainer Maria Rilke, cui la Salomé dedicò una lucida quanto appassionata monografia. A Vienna frequentò i corsi di Freud e divenne psicoterapeuta, mantenendo negli anni un intenso carteggio con il maestro, che pare amasse chiamarla “la mia gatta narcisista”.

Solo brevi accenni, questi, alla vicenda umana e intellettuale di una donna libera, una donna che voleva “diventare se stessa”, e che in quel suo essere femminile, per certi versi inaudito, tra devozione e infedeltà, riverbera luci e ombre di un’epoca tanto feconda della nostra cultura.

Il suo camminare, sicura, nella vita di tanti uomini, con quel suo eros magnetico, sempre idealizzato e spesso sublimato, consegnato a splendide riflessioni sull’amore, sembra voler suggerire che l’oltre-uomo nietzschiano forse, può esprimersi davvero solo nella pienezza di un animo femminile.

Lou morì nel sonno, il 5 febbraio 1937.

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