Oggi, la storia

"Mein Kampf": leggerlo o non leggerlo?

di Emilio Gentile

  • 28.01.2016, 08:05
Mein Kampf
  • Keystone

Oggi, la storia
Giovedì 28 gennaio 2016 - 07:05

02:52

Oggi, la storia 28.01.16

Oggi, la storia 28.01.2016, 07:05

Adolf Hitler si uccise il 30 aprile 1945 a Berlino occupata dell’armata sovietica. Sono dunque trascorsi settanta anni dalla sua morte. Di conseguenza, scaduti i vincoli del diritto d’autore, è stata annunciata la prossima pubblicazione in Germania di una nuova edizione dell’opera Mein Kampf (La mia battaglia), che Hitler pubblicò nel luglio del 1925, facendola seguire l’anno successivo da un secondo volume. Finora, il governo della Baviera, che deteneva i diritti del libro, si era opposto alla pubblicazione, ma il testo tedesco del Mein Kampf, e traduzioni in varie lingue, più o meno manipolate, circolano già in edizioni, pubbliche o semiclandestine, quasi tutte di orientamento neonazista. Secondo una nota di agenzia, la nuova edizione tedesca è curata dall’Istituto di Storia contemporanea di Monaco di Baviera, specializzato nella ricerca sul nazionalsocialismo. Sarà di quattromila copie, vendute a 59 euro a copia. Un gruppo di storici fornirà con note e commenti gli strumenti per una lettura storica e critica dell’opera nella quale il Fuehrer del partito nazionalsocialista, otto anni prima di salire al potere, espose la sua concezione pangermanista, razzista e antisemita, intrecciandola con le vicende autobiografiche vissute prima e dopo la Grande Guerra. Il libro è dominato da un fanatico razzismo, da un ossessivo odio antisemita, da un delirante piano di guerra, che Hitler riteneva necessaria alla Germania per umiliare la Francia e conquistare uno “spazio vitale” in Russia.

L’annuncio della nuova edizione ha suscitato reazioni negative. Non ha senso, si è detto, proporre oggi la lettura di farneticanti teorie, che Hitler mise però in pratica con fanatica e spietata coerenza, provocando i cinquanta milioni di morti della Seconda guerra mondiale e lo sterminio degli ebrei europei. Inoltre, si teme che lettori sprovveduti, specialmente giovani, possano cedere alla suggestione del fanatismo razzista e dell’odio antisemita, in un momento in cui razzismo e antisemitismo riaffiorano con nuova virulenza. A tali reazioni, comprensibili perché nascono dalla tragica esperienza del passato, si può tuttavia rispondere che è meglio avere un’edizione rigorosamente storica del Mein Kampf piuttosto che lasciare circolare solo edizioni apologetiche. Del resto, un veto ufficiale alla pubblicazione non solo lascerebbe in lettura le edizioni apologetiche, ma potrebbe anche dare al libro il fascino delle cose proibite, che spesso procura all’oggetto vietato una più diffusa pubblicità e una malsana curiosità.

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