Oggi, la storia

Peter Minuit compera l’isola di Manhattan

di Denise Tonella

  • 24.05.2016, 09:05
Peter_Minuit_portrait_New_Amsterdam_1600

Un autoritratto di Peter Minuit nel 1600 circa

  • Wikipedia

Oggi, la storia
Martedì 24 maggio 2016 - 07:05

Il fatto di essere una fedele lettrice del periodico statunitense The New Yorker mi porta oggi a parlare di Manhattan. 390 anni orsono, nel maggio del 1626, Peter Minuit comperò l’isola di Manhattan. Originario probabilmente della Vallonia e nato attorno al 1585 da genitori protestanti, Minuit fu incaricato dalla Compagnia Olandese delle Indie Occidentali di occuparsi della colonia di New Amsterdam. Così si chiamava all’epoca il villaggio fortificato olandese che sarebbe diventato in seguito la città di New York. La colonia si trovava in un luogo strategico, nella punta meridionale dell’isola di Manhattan. Era stata creata con l’intento di permettere alle compagnie che gestivano il commercio di pellicce nella valle del fiume Hudson, di difendere l’accesso fluviale. Il compito di Minuit fu quello di ristabilire l’ordine nella colonia, che da tempo non si riusciva più a gestire. Minuit riuscì entro breve a meglio organizzarla e a renderla più sicura. Fece costruire un forte e una strada per accelerare la rifornitura di frumento per il pane. Questa nuova via di transito fu chiamata „Breedweg“, l’attuale Broadway.

Il dettaglio storico su cui mi voglio soffermare brevemente oggi è il fatto che Minuit comperò l’isola di Manhattan dagli autoctoni per qualche ascia, degli specchi e degli utensili da cucina per una valore totale di 60 fiorini, pari oggi a poco più di 1000 dollari. In realtà aveva offerto loro del denaro, una somma che superava i 60 fiorini. Ma gli autoctoni, non riconoscendo il valore dei soldi loro offerti, preferirono gli oggetti al denaro contante. Il valore che diamo alle cose è sempre soggettivo e dipende dal contesto culturale in cui viviamo. Agli indigeni, i soldi non sarebbero serviti, perché non avrebbero potuto utilizzarli all’interno della loro società. Anche oggi, a dipendenza della società e del retaggio culturale, oggetti e opere hanno un valore che non sempre corrisponde al loro valore materiale. Questo vale ad esempio, e permettetemi il salto tematico, per gli oggetti d’arte che espongo in mostra. Il loro valore assicurativo dipende dalla loro storia, dall’artista che li ha creati, dal valore che viene dato loro dalla nostra società, oggi, nell’anno 2016. Un pensiero che non voglio descrivere oltre, ma che invio via etere come ispirazione per la giornata odierna.

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