Oggi, la storia

Quinta colonna

di Claudio Visentin

  • 25 novembre 2015, 08:05

Oggi, la storia 25.11.15

Oggi, la storia 25.11.2015, 07:05

Oggi, la storia
Mercoledì 25 novembre 2015 - 07:05

Gli attentati di Parigi hanno mostrato come nelle società occidentali siano presenti infiltrati e simpatizzanti islamici: persone che condividono la nostra stessa vita quotidiana ma che obbediscono a poteri distanti e ostili.

Per indicare questi individui si utilizza tradizionalmente l’espressione quinta colonna, che fu coniata probabilmente durante la guerra civile spagnola. Quando a un generale di Francisco Franco fu chiesto quale delle sue quattro colonne avrebbe preso Madrid, quello rispose che la città sarebbe stata conquistata dalla quinta colonna, con evidente riferimento ai gruppi filomonarchici e franchisti che agivano clandestinamente nella capitale.

L’espressione ebbe fortuna e si diffuse in tutte le principali lingue europee. Da allora, in ogni guerra o momento di tensione internazionale, la presenza di quinte colonne ha sempre rappresentato l’incubo dei veri patrioti.

Per esempio negli Stati Uniti durante la Seconda guerra mondiale furono internati i cittadini di origine giapponese; e pochi anni dopo, al tempo del maccartismo, furono i sostenitori della sinistra a essere sospettati di complicità con l’Unione Sovietica. In entrambi i casi, va detto, le preoccupazioni si rivelarono eccessive.

Persino la neutrale Svizzera ha temuto la minaccia di quinte colonne, soprattutto nel periodo tra le due guerre, quando fascismo e nazismo si affermarono nei Paesi vicini. Si colloca in quegli anni la parabola politica di Georges Albert Oltramare, un drammaturgo e giornalista che nel 1932 fondò l’Unione Nazionale. Il programma: combattere i comunisti, il capitale massonico e soprattutto gli ebrei. Il motto: “Una dottrina, una fede, un leader”. In quello stesso anno 1932 Oltramare fu coinvolto nei disordini che portarono all’uccisione di tredici manifestanti socialisti da parte dell’esercito. All’apice della sua fortuna controllava duemila aderenti in basco e camicia grigia e dieci seggi nel Gran Consiglio di Ginevra. Nel 1937 a Roma il “Piccolo duce”, com’era chiamato, fu ricevuto dal duce vero, Benito Mussolini. Durante la guerra Oltramare fu attivo nella Francia occupata dai nazisti, e solo la sconfitta dei suoi potenti amici lo spinse finalmente ai margini della vita pubblica, alle prese con processi e condanne.

La quinta colonna di fascismo e nazismo era stata finalmente debellata.

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