Nell’ “Elisir d’amore” di Gaetano Donizetti la bella Adina intrattiene i mietitori di un ipotetico Settecento cantando la storia di Tristano e Isotta. Ma è ben più antica e più nobile la tradizione della dama cantatrice che si esibisce nelle stanze dei castelli e dei palazzi aristocratici per un raffinato pubblico: pensiamo in particolare al repertorio della frottola prima e del madrigale poi, e pensiamo alle corti di Mantova e Ferrara – e da Ferrara ci arriva la cartolina firmata da Nicola Cattò. È diretta emula di quelle figure rinascimentali una dama di oggi, Giovanna Baviera, soprano e gambista, che canta accompagnandosi da sé alla viola da gamba in un progetto discografico e concertistico dal titolo “Soloindue”. Tornando all’ “Elisir d’Amore”, quest’opera è in scena fino al 5 febbraio al Teatro Regio di Torino, dove abbiamo inviato, come nostro critico musicale, una delle principali figure della musicologia italiana, Paolo Gallarati, insigne studioso del melodramma.
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