Partiamo da lì, da quell’ultimo giorno di questo straordinario musicista.
Ancora e soltanto la musica nei suoi pensieri: portare a termine la sua ultima opera, il balletto Three Black Kings.
Ogni tratto della sua esistenza trasuda musica, come incredibile pianista e come compositore. Autore di migliaia di canzoni per il palcoscenico e lo schermo così come di brani per le sue orchestre ha avuto il grande merito di creare uno dei suoni più caratteristici della musica occidentale. Perché Ellington cuciva la musica addosso ai suoi musicisti, pensava al jazz come una composizione classica, attraverso una struttura sofisticata, levigata, una raffinata scelta dei timbri e degli impasti sonori, come avrebbe fatto un Ravel o un Brahms. Considerava il jazz come una musica “seria”, con la quale raccontare la storia del popolo afro-americano, ignorando i confini dei generi e al di sopra delle mode del momento, sempre fedele ai suoi ideali.
È estremamente difficile raccontare, in maniera esaustiva, vite musicali così vulcaniche e le eredità che questi personaggi lasciano negli anni a venire. Noi ci proveremo in questa puntata, con Barbara Tartari e Giovanni Conti e i loro ospiti: Luca Bragalini, musicologo, saggista e conferenziere, Il suo libro Dalla Scala a Harlem. I sogni sinfonici di Duke Ellington (EDT 2018), con allegato CD di world premiere recording e foto inedite, è il frutto di dieci anni di ricerche sull’Ellington sinfonico, insieme al pianista, compositore, redattore musicale e produttore del Jazz di Rete Due, Lorenzo De Finti.
Scopri la serie