Chiedono che le emissioni di gas serra siano ridotte a zero entro il 2030 e che venga dichiarata l'emergenza climatica. Chiedono che si faccia di più e che si faccia in fretta, perché a pagarne le conseguenze altrimenti saranno loro: gli adulti di domani. Chiedono che la loro voce, la voce delle giovani generazioni sia ascoltata. Chiedono che i decisori, quelli che giovani non sono più, tengano conto di tutto questo e siano più coraggiosi.
È un movimento che sta crescendo molto velocemente. Domani giovani studenti ed apprendisti non andranno a scuola, diserteranno le lezioni perché, dicono, “non c’è tempo di andare a scuola, dobbiamo agire subito”. Il movimento dei giovani “attivisti per il clima” si ispira a Greta Thunberg, la 16enne attivista che ha parlato alla Cop24 in Polonia e che ogni settimana manifesta davanti al suo Parlamento disertando le lezioni
Modem domani vuole inquadrare il fenomeno da un punto di vista sociale, ma vuole soprattutto dare la parola a loro: i giovani studenti che sciopereranno e quelli che non lo faranno. Ci interrogheremo anche su come gli istituti scolastici devono porsi di fronte a questa “bigiata” collettiva per nobili ragioni però.
Con noi:
Oliviero Reusser, studente all’Uni di Zurigo, fa parte del movimento
Veronica Bozzini, studia ingegneria ambientale all’Eth fa parte di “Suisse youth for climate” ed è stata in Polonia alla COP 24
Alessio Mina, anche lui studente a Zurigo, membro del comitato dei “Giovani liberali radicali svizzeri”
Sandro Cattacin, docente di sociologia all’Università Ginevra
E intervista registrata a Antoine Preti, Portavoce Dipartimento dell’istruzione pubblica del canton Ginevra
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
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