“Vogliamo una pace a lungo termine ..., riteniamo una tregua una buona idea MA occorre discutere ancora di diverse questioni!” Questo in sostanza il succo del discorso di Vladimir Putin ieri pomeriggio (giovedì) che respinge la proposta di una tregua concordata a Gedda due giorni fa tra Stati Uniti ed Ucraina. Non la respinge PER IL MOMENTO va aggiunto, perché il presidente russo ha scelto con cura le parole, forse per non scatenare le ire di Donald Trump che ha messo sul tavolo questa tregua. Curioso, infine, ma è solo un appunto linguistico, come in cirillico MA si scriva con le lettere N – O.
La Russia, dunque, prende tempo davanti alla proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni in Ucraina. Dal canto suo Donald Trump ha definito la risposta di Putin “promettente ma incompleta, precisando che se la Russia rifiutasse un piano di pace sarebbe un momento molto deludente per il mondo” e ribadendo la necessità di incontrarsi con l’omologo russo. Per l’Ucraina, infine, le parole di Putin sono “manipolatrici” e suonano come un rifiuto dell’accordo per un cessate il fuoco.
A Modem ne discutiamo con:
Alberto Zanconato, nostro collaboratore da Mosca e corrispondente per l’ANSA
Giovanni Savino, professore di Storia della Russia all’Università Federico II di Napoli
Stefano Stefanini, giornalista e analista e già rappresentante permanente dell’Italia presso la NATO
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