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La Posta: altro taglio alle filiali 

Nessun licenziamento e investimenti per 100 milioni 

  • 30.05.2024
  • 29 min
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Nei prossimi quattro anni la Posta chiuderà circa 170 filiali gestite in proprio. Detto altrimenti, entro il 2028 rimarranno aperte 2000 sedi dotate di personale di cui 600 uffici postali. La decisione, comunicata ieri, è imputata ad un ulteriore forte calo delle tradizionali operazioni allo sportello, come i versamenti.  

D’altro canto, il Direttore generale Roberto Cirillo ha affermato che “non ci saranno licenziamenti”, anzi la Posta prevede un maggiore fabbisogno di assunzioni a breve e medio termine. In effetti, l’ex Regia federale intende trasformare le 600 filiali gestite in proprio in “centri di servizi” in collaborazione con banche, casse malati, compagnie assicurative e autorità pubbliche. Il tutto accompagnato da un investimento di oltre 100 milioni di franchi in personale, modernizzazione delle filiali e nuovi formati, nell’arco dei prossimi 4 anni. 

Con la riduzione a 600 uffici postali entro il 2028, la Posta avrà così più che dimezzato la sua rete di filiali in 12 anni. Nel 2016 il Gigante giallo gestiva ancora 1’323 filiali ma da allora il traffico di lettere e pagamenti è drasticamente diminuito, mentre sono aumentati le agenzie ed i “punti clienti commerciali”.  

Queste nuove realtà riusciranno a garantire un corretto servizio pubblico in tutte le contrade della Svizzera? 

Per discuterne a Modem intervengono: 

Matteo Antonini, presidente del comitato direttivo di Syndicom; 

Anna Biscossa, membro di comitato dell’Associazione per la difesa servizio pubblico; 

Martin Candinas, consigliere nazionale del Centro e vicepresidente Gruppo svizzero per le regioni di montagna. 

Intervista registrata a Christian Vitta, presidente del Consiglio di Stato del Canton Ticino. 

Modem su Rete Uno alle 8.30, in replica su Rete Due alle 18.30. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSI e RSIPlay.

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