Gli elettori ungheresi si sono recati alle urne per decidere, in buona sostanza se dare al premier nazional-populista, Viktor Orban, un terzo mandato consecutivo, che sarebbe anche il quarto dal 1998.
Il suo messaggio elettorale va diretto alla pancia degli elettori: varie potenze internazionali, con l’appoggio dei media internazionali, delle ONG pro diritti umani e del miliardario ungaro-statunitense George Soros, stanno cercando di minare il Paese e l’intera Europa. Questo attraverso l’arrivo di milioni di migranti dall’Africa e dal Medio oriente e che lui solo sarebbe capace di fermare, difendendo la nazione e denunciando l’inattivismo colpevole di Bruxelles.
I sondaggi danno il suo partito, Fidesz, in testa, con circa il 40% vorrebbe votarlo e molti credono alla versione di Orban che paventa un'invasione di migranti, come nel 2015. L’attuale premier può anche fregiarsi di una buona crescita economica (+ 4% nel 2017) che condivide con la vicina e alleata Polonia. All’opposizione i sondaggi non danno molte chances anche perché molti giornali non in linea con Orban sono stati chiusi o sono stati acquistati da sostenitori del Premier. Gli sfidanti principali sono Gergely Karacsony, candidato premier della coalizione verdi-socialisti, e Gabor Vona del partito nazionalista Jobbik.
Per commentare i risultati attesi nel corso della notte interverranno:
Stefano Bottoni, ricercatore presso l’Istituto di storia dell’Accademia ungherese delle scienze a Budapest;
David Carretta, corrispondente da Bruxelles per vari media italiani;
Bela Szomraky, già direttore degli RG della Radio nazionale ungherese ed ora docente in diverse università ungheresi.
Modem su Rete Uno alle 8.20, in replica su Rete Due alle 19.25. Ci trovate anche sul Podcast e sulle app: RSINews e RSIPlay
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703681