Piccionaie, hotel fatiscenti e sex club in una collezione di melodie, ritmi, storie e personaggi.
L’ultimo album di Puts Marie, cult band di Bienne, è una riflessione sul presente incerto con un titolo significativo e lungo: “Pigeons, politicians & pin-ups during the endtime of mankind”.

Sandra Romano con Max Usata (Puts Marie, Mister Milano)
Gli schemi rigidi sono saltati e l’attenzione è stata posta di nuovo sulla composizione artistica, ignorando le istanze della forma canzone, della radiofonia o di qualsiasi altro preconcetto.
“Pigeons, politicians & pin-ups during the endtime of mankind” é un disco che narra storie, un’opera seducente e triste che trasuda bellezza musicale, nelle cui lunghe canzoni ti puoi perdere, per riemergere alla fine, consapevole del fatto che Puts Marie, pur avendo attinto in 20 anni dal rock alternativo, dal jazz e dall’hip-hop, non sono mai classificabili.
Non c’è espressione migliore di quella che la band dà di sé stessa: un whisky invecchiato, un sapore profondo risultato di un lungo processo di maturazione.
A parte l’album d’improvvisazione uscito un paio d’anni fa, “Pigeons, politicians & pin-ups during the endtime of mankind” è il primo album di canzoni composte dai tempi di “Catching Bad Temper” del 2018.
Che cosa è successo in tutti questi anni? Sandra Romano lo ha chiesto all’autore e vocalist di Puts Marie, Max Usata.

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