La sua opera attraversa i continenti, un viaggio nella progettazione degli spazi del vivere e dei luoghi di culto che prosegue da oltre 50 anni. Un maestro del linguaggio essenziale e della ricerca spirituale nell’architettura, anche attraverso la progettazione dei luoghi del sacro in tutto il mondo: chiese, sinagoghe, moschee. L’ultimo manufatto è la Chiesa di San Rocco a Sambuceto, in Abruzzo, che incarna il bisogno umano di silenzio, meditazione e pace. Un luogo dove il sacro si fa esperienza che va oltre la religione, dando forma concreta a una necessità di quiete e di senso, espressione profonda e universale della spiritualità contemporanea. Una ricerca, questa, di apertura oltre il visibile, che si fa sempre più importante per il celebre architetto. In un’epoca segnata da conflitti e incertezze, lo spazio del raccoglimento assume per Mario Botta un ruolo ancora più significativo, diventando rifugio e simbolo di speranza. La Chiesa di San Rocco nasce per sostituire quella distrutta dal terremoto dell’Aquila nel 2009 e vuole rappresentare un segno di rinascita e un punto di aggregazione. Come nel 1986, quando la valanga che distrusse la piccola chiesa di San Giovanni a Mogno lasciò in seguito spazio a un atto di riparo dalla furia distruttrice della natura per una comunità traumatizzata dal lutto. Ci sono voluti 15 anni per portare a termine la costruzione a Sambuceto, anni segnati da avvenimenti di portata mondiale tra cui una pandemia e due guerre alle porte della vecchia Europa. A quest’opera è stata dedicata una pubblicazione, Mario Botta. Il senso del sacro. Chiesa di San Rocco a Sambuceto, a cura di A. Coppa (Ediz. italiana e inglese Moebius). Un libro d’arte di grandi dimensioni, con contributi autorevoli e un apparato fotografico che racconta la storia dell’opera. Pagine che testimoniano la tensione spirituale e la forza evocativa di uno spazio pensato per l’uomo e la sua ricerca dell’oltre.
L’incontro è l’occasione per toccare vari temi dell’architettura e della lezione di Botta, tra cui l’esperienza dell’Accademia di Architettura di Mendrisio che ha compiuto 25 anni, e il ruolo sociale del santuario di Nostra Signora del Rosario di Namyang in Corea del Sud, incastonato tra le colline in una piccola valle che diventa parte del luogo sacro. Una cattedrale pensata non solo per i fedeli e i credenti, ma anche come parco comunitario per i cittadini, rivolto soprattutto ai ragazzi. E grazie alla straordinaria acustica del progetto, ospiterà soprattutto concerti accogliendo fino a 2000 persone.
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