La magia dell’incontro come momento trasformativo, partendo dalla poetica di Alberto Nessi. Lo spunto è la sua rubrica su La Regione dedicata alla riscoperta di poeti scomparsi, e ai loro versi come linfa vitale e come forma di resistenza. L’incontro con l’altro, che arrivi da lontano o dal passato, che sia un vicino o una persona cara, l’incontro fra culture e luoghi, il paesaggio, la natura, ma anche l’incontro con la memoria, attraverso ricordi personali o collettivi. E l’incontro con se stessi, in cui la poesia diventa uno strumento per esplorare l’interiorità, l’identità e il proprio posto nel mondo. Le poesie di Nessi spesso riflettono sulle difficoltà e la bellezza del superare le barriere culturali e linguistiche. Sempre coltivando l’ascolto e l’empatia come strumenti per costruire ponti. Un tema che frequenta, in modo diverso, anche la poeta Stella N’Djoku, con l’attenzione per l’altro, la conoscenza reciproca, l’amore, la cura. Un punto che diventa centrale anche in una società sempre più multietnica, che vede convivere culture e tradizioni diverse. In molte narrazioni africane, ad esempio, gli incontri con la natura, con animali o esseri sovrannaturali, ma anche con spiriti, divinità o esseri magici sono frequenti e possono trasmettere lezioni morali e insegnamenti, riflettendo credenze spirituali e religiose che un tempo sono state la base anche della cultura europea.
Ne parliamo con i poeti Alberto Nessi e Stella N’Djoku.
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