L’attesa, per ora delusa, del lancio del “nuovo” razzo della NASA verso la Luna, prima tappa del programma spaziale americano Artemis, è il segno di un rinnovato interesse mediatico per le imprese spaziali che potrebbero riportare nei prossimi anni degli esseri umani a calcare il suolo del nostro satellite naturale. C’è forse anche nostalgia per l’epopea della “conquista” della Luna, con le missioni Apollo, terminate 50 anni fa, che portarono al piccolo passo per un uomo e un grande balzo per l’umanità nel luglio 1969. Come allora, ci sono cospicui investimenti economici, tecnologici, scientifici e anche politici. I tempi, però, sono cambiati e così anche le attese del pubblico e di chi, in particolare, nel futuro spaziale dell’umanità vuole investire. Con quali obiettivi concreti da raggiungere? Perché tornare sulla Luna e a farci cosa? Dal nostro satellite a Marte, il balzo sarebbe davvero più breve? E infine: quali potrebbero essere i benefici per l’umanità nel riprendere la via della Luna?
Paolo Attivissimo, giornalista tecnologico ed esperto di missioni lunari
Piero Bianucci, giornalista, scrittore, divulgatore scientifico, docente al Master di Comunicazione scientifica all’Università di Padova
Cristina Lorenzetti, direttrice dei Programmi Operativi di Beyond Gravity
Bruno Storni, ingegnere elettronico, docente all’EPFL, esperto di tecnologia spaziale
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