Travolto dall’emergenza sanitaria, il turismo svizzero e quello ticinese cercano di guardare avanti, ad orizzonti temporali e a scenari di ripristino e di rilancio. L’impresa è e sarà ardua, molto difficile e complicata; tra i motivi di una ripartenza tutta in salita, vi sono e vi saranno la scarsa predisposizione a viaggiare, la precaria situazione finanziaria di una popolazione che sarà molto attenta alle spese e la concorrenza internazionale che sarà fortissima mentre la domanda sarà debole. Quando i ristoranti, i campeggi e gli alberghi potranno riaprire, bisognerà poi vedere quanti saranno coloro che sceglieranno di muoversi per una vacanza: le incognite sono, quindi, tante, tantissime, per tutti.
Forse le destinazioni turistiche svizzere e ticinesi potrebbero attirare una parte di cittadine e cittadini del nostro Paese che sceglieranno delle mete ravvicinate piuttosto che delle vacanze all’estero, fuori dai nostri confini. Le paure, i timori e la scarsa voglia di fare delle ferie potrebbero avere delle pesanti ripercussioni anche per le agenzie di viaggi e per i tour operator elvetici: diverse persone hanno già annullato le loro prenotazioni mentre altre attendono ancora qualche settimana prima di decidere se confermare o meno le loro mete estive e autunnali.
In un contesto dove regnano incertezza, insicurezza e prospettive molto nebulose, anche il turismo sta pagando un prezzo elevatissimo: le perdite economiche sono già ora enormi e, se non dovesse esserci almeno una timida ripresa, esiste il rischio concreto che questa crisi possa mettere definitivamente al tappeto diversi albergatori, ristoratori e tutti coloro che vivono grazie al turismo.
Ospiti:
Angelo Trotta, direttore di Ticino Turismo
Gaby Malacrida, portavoce di Hotelplan Svizzera
Claudio Visentin, docente di Storia del turismo al Master in International Tourism dell’USI, giornalista esperto di turismo e di viaggi
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/703647