Il 17 e 18 settembre 2024 i cercapersone e i walkie-talkies in possesso ai combattenti di Hezbollah, sono stati fatti esplodere nella periferia meridionale di Beirut, nella valle della Bekaa e nel sud del Libano. Quanto accaduto, oltre a dare il via al conflitto tra lo stato dei cedri e Israele a seguito di una strutturata operazione di intelligence sorprendente nella sua articolazione, porta con sè altro rispetto all’efferatezza dell’attacco perpetrato che ha raggiunto sia i miliziani che la cittadinanza inerme.
Il livello di crudeltà toccato rappresenta un punto di non ritorno: la violazione dello spazio personale privato legato agli apparecchi digitali che usiamo quotidianamente, la consapevolezza che l’identità personale sia perforabile e raggiungibile da altri, l’ansia e la paura che da ciò derivano, mettono assieme le aberrazioni della datacrazia e l’imminente arrivo dell’era quantistica.
L’intreccio tra le vicende ospedaliere, la pianificazione dell’attentato in ambiti di supply chain e delivery, la costruzione dei dispositivi tramutati in armi e l’identificazione di chi e dove sia il nemico, è raccontato dal chirurgo oculista Elias Jaradeh di Beirut, dall’avvocato Stefano Mele che si occupa di diritto delle tecnologie, cybersecurity e data protection, dall’informatico forense Paolo Dal Checcho e dall’accademico Derrick de Kerckhove, erede intellettuale di Marshall McLuhan, autore del recente libro Quantum Ecology [Mit Press].
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