CALCIO SVIZZERO

Il Lugano non riesce a festeggiare sul campo il primato alla pausa

Nell’ultima uscita dell’anno a Cornaredo i bianconeri cedono al Losanna

  • 15 dicembre, 18:25
  • 19 dicembre, 17:07
Lugano-Losanna

Steffen contende il pallone a Dussenne, decisivo con la sua doppietta

  • Ti-Press

1 - 4

Lugano

Losanna

  • 68'

    Przybylko

  • 10'

    Sanches

  • 45'+2

    Dussenne(P)

  • 85'

    Dussenne(P)

  • 90'+5

    Sène(P)

Il titolo di campione d’inverno era già stato assicurato qualche ora prima, in virtù di quanto maturato a Berna. Nella sua ultima uscita annuale davanti al pubblico di Cornaredo, il Lugano non è però riuscito a festeggiare con un successo quel primo posto alla pausa che mancava dal 2000. Nel quadro della 18a giornata, i bianconeri si sono infatti scontrati con una delle squadre più in forma del momento, il Losanna (22 punti negli ultimi nove incontri, oggi compreso), uscendo sconfitti per 4-1. Fatale un primo tempo non proprio lucidissimo, complici gli sforzi profusi ultimamente: il prossimo 19 gennaio, Bottani e compagni affronteranno allora il big match con il Basilea forti di un solo punto di margine, lo stesso che li separa dai vodesi.

Costretto a fronteggiare le assenze di Grgic (squalificato) e Bislimi (infortunato), oltre a quella nota di Aliseda, mister Croci-Torti ha optato per un 4-2-3-1 con il trio Cimignani-Dos Santos-Steffen (quest’ultimo alla 100a presenza assoluta in bianconero) alle spalle di Przybylko. Proprio l’attaccante polacco, nei primissimi secondi di gioco, non è stato in grado di agganciare un pallone invitante pervenuto dalle sue parti, dove i compagni hanno subito provato a mettere pressione. L’approccio aggressivo è tuttavia durato ben poco: al 10’, col primo tiro in porta, Alvyn (superstar dei suoi) Sanches ha letteralmente tolto le ragnatele dal sette, sfruttando lo spazio concessogli al limite dell’area. E da quel colpo ammirabile, di fatto, il Lugano ha faticato a riprendersi. Le prime occasioni concrete sono in effetti sopraggiunte soltanto alla mezz’ora: sia Papadopoulos sia Steffen non hanno però trovato fortuna.

A complicare ulteriormente le cose - ancor prima della pausa - ci si è poi messa un’ingenua trattenuta di Hajdari su corner: atterrato dallo stesso numero 5, Dussenne non ha incontrato difficoltà nel trafiggere Saipi e raddoppiare il vantaggio. A quel punto, con ogni probabilità, nella mente degli uomini di Magnin è subentrata troppa rilassatezza. Sì, perché al rientro dagli spogliatoi il baricentro si è abbassato, e i locali hanno piantato le tende a ridosso dell’area. Una, due volte Dos Santos, ma vanamente (provvidenziali i riflessi di Letica). Poi il sinistro di Przybylko, al quarto centro: partita riaperta. Solo per un quarto d’ora abbondante, tuttavia, in quanto un altro rigore causato da Hajdari - e trasformato dal centrale belga - ha reso inutili gli ultimi minuti. In cui, comunque, non sono mancate le emozioni: palo di Mahou, parata di Saipi su rigore... successivamente ricalciato con successo da Sène.

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