"The Overview" di Steven Wilson, Fiction Records (dettaglio di copertina)
La Recensione

“The Overview” l’ultimo album di Steven Wilson

Un pilota stratosferico che ci porta nello spazio 

  • 17.04.2025
  • 14 min
  • Franco Fabbri
  • fictionrecords.co.uk
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Uscito da qualche settimana, The Overview è l’ottavo album pubblicato da Steven Wilson, cantante, autore, chitarrista e polistrumentista, produttore britannico quasi cinquantottenne. È nato, infatti, nel 1967, anno di un certo valore simbolico per un musicista la cui carriera discografica è iniziata nel 1991 insieme ai Porcupine Tree, gruppo che viene annoverato tra i protagonisti del revival del progressive rock. Il gruppo esiste ancora, e la sua pubblicazione più recente risale al 2022. Nel frattempo, Wilson si è dedicato ai suoi album da solo, e anche ad altri sei gruppi, non sottraendosi alla proliferazione di “progetti” diversi che ha caratterizzato il lavoro delle generazioni di musicisti rock dopo gli anni Ottanta-Novanta. Ultimamente, Wilson si è anche dedicato al remissaggio di “classici” del progressive rock e del rock psichedelico, tra i quali due album degli Yes (Fragile e Close to the Edge), uno dei Jethro Tull (Aqualung) e uno dei King Crimson (In the Court of the Crimson King). Che a un “giovane” come lui sia stato concesso di mettere le mani sul materiale originale di gruppi come quelli, tra i più severi e puntigliosi sul proprio lavoro, è indice della stima che Wilson si è guadagnato in quegli ambienti. Tra l’altro, l’album dei King Crimson è quello a proposito del quale i critici iniziarono a usare l’etichetta di genere “progressive rock”: avveniva quando Steven Wilson aveva da poco compiuto i due anni.

In alcune delle numerose interviste che ha concesso a proposito di The Overview, Wilson ha tenuto un atteggiamento ambivalente in relazione al genere, forse per la preoccupazione di essere catalogato come un epigono: in alcuni casi ha sostanzialmente negato che la musica dell’album sia “prog” (termine postumo, fra l’altro, che ha cominciato a circolare nell’epoca del revival e che non si usava nel periodo “classico” dei primi anni Settanta), in altri ha affermato che l’essenza del genere è l’apertura delle forme, la lunghezza dei brani, una caratteristica che però non è esclusiva – in ambito popular – del progressive. Sia come sia, The Overview accontenterà i vecchi e nuovi fan del progressive con ben altro che la sola estensione dei brani (uno per facciata nella versione su vinile). Il titolo si riferisce allo stupore provato dagli astronauti quando per la prima volta osservano la Terra dallo spazio: una sensazione molto musicale, evidentemente, se è vero che Adorno ne scrisse a proposito del Lied von der Erde nel suo saggio su Mahler del 1960, parlando non di un astronauta (non ne era esistito ancora nemmeno uno) ma di un “pilota stratosferico”. Rileggere per credere (T.W. Adorno, Wagner, Mahler, Einaudi, Torino, 1966, p. 275).

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