“Avevo già visualizzato quello che sarebbe successo”

Pensi al 2024 di Jonathan Sabbatini e non puoi che pensare al rigore calciato alle stelle nella finale di Coppa Svizzera. Poi passato al Bellinzona dopo aver ricevuto un “no” al rinnovo con il Lugano, il centrocampista uruguagio è tornato su quell’episodio visionando in anteprima il documentario “Oltre l’amarezza”, dedicato proprio alla finalissima persa dai bianconeri con il Servette.

Due giorni prima di quella sfida i ticinesi svolsero un allenamento a Rapperswil. “Fino a quel punto onestamente pensavo di giocare titolare: sia perché non ricordavo di aver sbagliato partite importanti in carriera, sia perché in quella seduta mi sono sentito davvero bene - ha rivelato il 36enne - Poi però è arrivato sabato e la decisione è stata diversa: è stato un colpo duro per me!”. La delusione si è pian piano smorzata una volta sul terreno da gioco. “È vero, l’attesa fino all’entrata in campo è stata lunghissima, ma quel giorno tutto il pubblico bianconero mi ha dimostrato la sua vicinanza: volevo farlo felice per l’amore che mi ha dimostrato”.

Del finale ne abbiamo scritto all’inizio. Mai Sabbatini ha pensato di non calciarlo, quel rigore? “Non ero nei cinque tiratori stabiliti, ma il mister mi ha chiesto se volevo tirarlo e gli ho risposto che io non mi sarei mai tirato indietro. Le sensazioni di quel momento? Non so se l’errore sia dovuto a quello, ma avevo già visualizzato quello che sarebbe successo più tardi. Sapevo che sarebbe stata la mia ultima partita e che era il mio ultimo momento con il Lugano”. Insomma, una favola già scritta trasformatasi in un incubo.