Nel giorno di capitan Xhaka, da oggi ufficialmente appaiato a Hermann in vetta alla classifica dei più presenti in maglia elvetica (118 gettoni), la Svizzera ha compiuto un mezzo passo falso che ha dell’eclatante in ottica Europei 2024. Non si poteva sbagliare, e invece contro la Bielorussia si è parzialmente sbagliato: stavolta nessun roboante 5-0 in nostro favore, bensì un folle pareggio per 3-3 che ha lasciato di stucco l’intero, gremito kybunpark. E ora? Ora i rossocrociati, scongiurato il primo stop di questa campagna, devono cedere la testa del Gruppo I alla Romania, salita a quota 16 (e dunque a +1 su di noi, ma con una partita in più) in virtù del 4-0 rifilato ad Andorra.
In campo con un 4-3-3 in cui spiccavano soprattutto le titolarizzazioni di Steffen (ancora memore della tripletta siglata a Novi Sad) e Lotomba (che non aveva più vestito la casacca della Nazionale dal giugno 2022), i ragazzi di Yakin si sono subito trovati davanti una muraglia verde menta, proprio come preventivato negli scorsi giorni. Logico, di conseguenza, provare a superarla con soluzioni dalla distanza, sfruttando - perché no - i mancini educati di Xhaka e Shaqiri. E se i primi due tentativi del capitano sono sfilati di pochissimo alla sinistra di Ignatovich, al terzo Big Shaq non ha perdonato, dipingendo una delle sue consuete parabole imprendibili. Dietro, invece? Minimi i pericoli corsi da Sommer, spaventato solo dal sinistro di Bocherov sul finire di tempo.
Forse appagati dal vantaggio acquisito in tempi relativamente brevi, i padroni di casa hanno però commesso il solito (ahinoi sì) errore di non forzare i ritmi alla ricerca del 2-0, con il rischio di esporsi alle ripartenze avversarie. E proprio due ripartenze hanno clamorosamente originato il ribaltone in neanche 10’, tra il 61’ e il 69’: la prima finalizzata da Ebong, la seconda sfociata nel corner sul quale Polyakov ha poi sorpreso tutti. A quel punto, i nostri sono allora stati costretti a gettarsi avanti alla disperata, spinti anche dall’entusiasmo del subentrato Ndoye (inconcepibile la sua esclusione dal 1’). Ma anziché il pari, ecco giungere un’ulteriore doccia fredda, il 3-1 di Antilevski (84’) su altra disattenzione. Perdere così sarebbe stato tuttavia davvero troppo: questo devono aver pensato Akanji e Amdouni, capaci di ripristinare la parità ancor prima dei recuperi. Addirittura, avremmo pure potuto rigirarla dalla nostra, se solo l’ultima frenetica conclusione di Shaqiri non fosse stata salvata sulla linea. L’eventuale 4-3, in ogni caso, non avrebbe spento l’esigenza di riflettere su questa e sulle recenti prestazioni deludenti.
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