È finita così, proprio come era iniziata, questa maledetta Nations League rossocrociata. Senza un colpo di coda, senza alcuna agognata vittoria. No, nel suo sesto e ultimo impegno la Nazionale non è riuscita a chiudere in bellezza, né il torneo né, parallelamente, l’anno solare: un 3-2 a Tenerife, in casa della Spagna, non farà in ogni caso scalpore. Anzi: malgrado dinamiche che puntualmente si ripetono, quanto visto in campo può lasciare moderatamente soddisfatti, nel solco di venerdì. Diciamocelo: di recente, abbiamo assistito a spettacoli peggiori.
In quella che poteva essere considerata una sorta di amichevole, vista l’assenza di obiettivi concreti (sia per noi che per loro, già certi del primo posto), mister Yakin ha giustamente dato spazio a profili “da scoprire”, come Sohm, Kutesa, Ugrinic e Muheim, quest’ultimo al debutto assoluto. Certo, non facile essere gettati nella mischia contro i campioni d’Europa, perlopiù davanti a un pubblico che attendeva il ritorno della propria Nazionale da ben 28 anni: eppure, nel complesso, i “nuovi” non hanno fatto rimpiangere i “vecchi”. Anche perché - va detto - il primo tempo si è aperto e si è sviluppato su ritmi non esattamente forsennati, spostandosi gradualmente dalle parti di Mvogo. Bravo una, due, tre volte sui tentativi di Grimaldo, Morata (comunque pescato in fuorigioco) e Pedri (rigore), ma impotente sugli sviluppi della medesima azione, per la gioia di Pino.
Il secondo boato di serata è invece arrivato ad inizio ripresa, quando Monteiro - appena entrato in campo - ha clamorosamente sparato a lato da posizione privilegiatissima, dopo gentile regalo di Paredes. Un errore di cui lo stesso numero 19 ha però fatto tesoro: sì, perché di lì a poco, e da quella zolla, ecco concretizzarsi il primo gol in rossocrociato, grazie a un’iniziativa tutta tecnica, esplosività e potenza. Neppure il tempo di esultare, tuttavia, che i locali si sono rifatti avanti con Gil, per poi dare libero sfogo al consueto giro palla. Senza comunque l’accortezza di chiuderla, cosicché - stavolta - il gancio finale sembrava essere il nostro: 5’ al 90’, fallo su Sierro e impeccabile trasformazione di Zeqiri dagli 11m. Sì, come non detto. Come poteva concludersi un film già visto e rivisto, se non con la solita lacrimuccia? Chi di rigore ferisce, d’altronde, di rigore perisce. Grazie tante, Zaragoza, non ne avevamo bisogno. Anche se ormai, quasi quasi, non fa neanche più male. Sarà l’abitudine...
Nations League, il servizio su Spagna-Svizzera (18.11.2024)
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Il servizio con Pier Tami (Rete Uno Sport 19.11.2024, 07h00)
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