Il Lugano si ferma a undici metri dalla Coppa Svizzera

Niente da fare, per il secondo anno di fila il Lugano non è riuscito a riportare la Coppa Svizzera in Ticino. In un Wankdorf incendiato dalle due tifoserie, con gli oltre 12’500 venuti dal Ticino che non hanno smesso un attimo di cantare, i bianconeri hanno tenuto duro prima, sono usciti alla distanza ma hanno finito per inchinarsi al Servette per 9-8 al termine di un’infinita quanto crudele serie di rigori. La 99a finale della storia è infatti stata decisa dal dischetto, con i ticinesi che hanno fallito addirittura 3 match point con Sabbatini, Steffen e Hajdari, consegnando l’8o trofeo ai granata, il primo dal 2001.

Nel primo tempo i ticinesi hanno fatto maledettamente fatica. In campo con l’annunciato 4-3-3 (diventato poi un 4-2-3-1 con l’avanzamento di Bislimi), i bianconeri spesso hanno provato a costruire da dietro, subendo però oltremodo il pressing ginevrino. Con il passare dei minuti, e dopo un salvataggio di testa sulla linea di Steffen su uscita a vuoto di Saipi al quarto d’ora di gioco, la squadra di Weiler ha preso il sopravvento senza però fondamentalmente mai riuscire a calciare in porta. Se Mai è stato bravissimo a chiudere in diagonale dopo una leggerezza a metacampo di Hajdari, intelligente poi a non fare fallo vista l’ammonizione già rimediata al 21’, il Servette è stato piuttosto fortunato al 43’: al termine di una bella azione sulla sinistra tra Grgic e Valenzuela, la sponda di Celar ha mandato alla conclusione dal limite Steffen, il cui tiro è però finito di poco sopra la traversa a causa di una deviazione.

Il copione della sfida non è cambiato di molto al rientro dagli spogliatoi e allora il Crus ha provato a rimescolare le carte già al 55’ togliendo a sorpresa Celar e inserendo Vladi, che pochi minuti dopo il cambio ha vinto un duello con Rouiller ma ha poi incredibilmente mancato il passaggio a uno dei 5 compagni liberi in area. Dopo una paratona di Saipi sul destro a giro di Kutesa, la pressione avversaria è calata di intensità e il Lugano ha iniziato a gestire la palla con più tranquillità, anche grazie all’ingresso di capitan Sabbatini. Nei minuti finali dei tempi regolamentari il Lugano ha avuto il suo momento migliore prima con la combinazione Steffen-Aliseda e poi con il doppio tocco di mano in area di Tsunemoto non ravvisato dall’arbitro e giudicato involontario in sala VAR.

Il match è ripartito nei supplementari senza Vladi, uscito per infortunio, ed è rimasto inchiodato sullo 0-0 solo perché Saipi ha detto di no a Mazikou e Aliseda di petto non è riuscito a insaccare da pochi passi il traversone dalla sinistra di Mahou. Nonostante la fatica, il Lugano è venuto fuori alla distanza e il gran destro di Aliseda avrebbe meritato di più, ma Mall (entrato da una manciata di minuti per Frick) si è superato, rinviando il verdetto ai rigori. Dagli 11 metri la parata su Bolla di Saipi, che già aveva fermato il tentativo di Nishimura (poi ripetuto), e l’errore di Tsunemoto hanno dato due match point ai bianconeri, ma Sabbatini ha calciato alle stelle mentre Steffen si è fatto ipnotizzare da Mall. Emozioni finite? Macché, la serie si è protratta fino al 20o rigore, quando Hajdari ha a sua volta sprecato l’ennesima parata di Saipi (su Magnin). La serie è andata avanti a oltranza fino all’errore decisivo di Mai... al 24o tiro dal dischetto!