Il kybunpark per invertire la tendenza contro una bestia nera

“Sarà perché qui il bratwurst è più buono...”. Interrogato in conferenza stampa sulla lunga serie positiva del kybunpark, dove la Svizzera risulta imbattuta da tre anni e mezzo per un totale di sette incontri, Granit Xhaka si è dato una scherzosa spiegazione degli ottimi risultati colti a San Gallo dalla Nazionale. Anche se, a onor del vero, gli avversari affrontati non sono minimamente paragonabili a quella che per noi resta una vera e propria bestia nera: la Danimarca. Sì, perché se con Lituania, Finlandia, Stati Uniti, Liechtenstein, Cechia, Bielorussia e Austria il bilancio è a nostro favore, o perlomeno tendente all’equilibrio, lo stesso non si può affatto dire per i danesi.

Sono tante, ben 14, le partite disputate tra Svizzera e Danimarca. Ebbene, in cinque occasioni si sono imposti i nordici, a fronte di sole due affermazioni rossocrociate, con l’ultima che risale addirittura a quarant’anni fa, al 1984, quando Barberis decise al Wankdorf il sesto incontro di qualificazione ai successivi Mondiali. Sette, invece, i pareggi. Tolto l’ultimo, uno 0-0 a marzo in un’amichevole che poco o nulla aveva da dire, il fedele testimone del complesso di inferiorità che ci attanaglia quando li incrociamo è il 3-3 maturato a Basilea nelle qualificazioni ad Euro 2020. Dominante nel primo tempo e in controllo nel secondo, la Nazionale allenata da Petkovic si portò addirittura sul 3-0 al 76’ con reti di Freuler, Xhaka e Embolo, prima che Zanka, Gytkjaer e Dalsgaard tra l’84’ e il 93’ ristabilirono clamorosamente l’equilibrio al Sankt-Jakob.

Inutile dire che, vista la situazione in cui la Svizzera si è cacciata nel Gruppo 4 della Lega A, un pareggio oggi non può bastare. Vincere è l’unico risultato possibile per rilanciare le proprie quotazioni, nella speranza che la Spagna - peraltro bloccata sullo 0-0 all’andata - faccia il suo questa volta con la Serbia e si avvii verso la certezza del primo posto, magari già prima di incrociarci all’ultima giornata. Discorsi in ogni caso del futuro, perché oggi c’è da sfatare una maledizione che dura da quarant’anni rendendo un’altra volta inespugnabile il fortino di San Gallo. Per evitare che il bratwurst vada di traverso.