Quell’esultanza che dice tanto sulle intenzioni del Lugano

È il 16’. Il pallone, dopo un contrasto tra Cimignani e Dussenne, esce dal rettangolo verde. Il guardalinee non sa a chi affidare la rimessa. Lugano o Losanna? Hajdari e Mai, come spesso succede in questi casi, provano a metterlo sotto pressione. L’assistente, dopo qualche secondo, si decide: la rimessa è bianconera. I due difensori, al sedicesimo minuto e già sul doppio vantaggio, esultano come se avessero segnato un gol. No, non succede spesso. È la dimostrazione del carattere di un Lugano che non vuole lasciare nulla di intentato. E che, soprattutto, al titolo ci crede veramente.

D’altronde, nessuno si nasconde più. Croci-Torti in primis. “Fare sei punti con Losanna e San Gallo ci permetterebbe di mettere paura allo Young Boys in vista dello scontro diretto”, aveva detto alla vigilia. E ancora: “Con il Losanna dovremo partire bene, come successo spesso in stagione”. Detto, fatto. Se nel carattere è tale quale al suo allenatore, il Lugano nelle intenzioni in campo sembra essere telecomandato. Dieci minuti, 2-0 e primo compito assolto. Le insidie della partita con i vodesi, reduci da nove successi nelle ultime dieci, sono state spazzate via in un amen. E da una prestazione collettiva di assoluto livello.

Sì, perché questo Lugano è una squadra matura, che ha dimostrato di sapersi adattare a qualsiasi situazione di gioco. Arrembante come richiesto nella prima mezzora, in controllo senza mai panicare nella parte centrale e pronta a ripartire e a colpire in quella finale. Una squadra brava a tal punto da permettersi di insabbiare il (doppio) rigore fallito da Steffen e il gol (giustamente?) annullato a Celar. E che ora ha scoperto quanto sia bello esultare anche solo per una rimessa laterale.