dall'inviato ad Andorra la Vella Nicola Rezzonico
Siamo franchi: c'erano dubbi? No, e se qualche pessimista paventava il rischio sottovalutazione, beh, mister Yakin aveva tutte le intenzioni di sconfessarlo. Dentro i migliori, compreso l'ammirevole Akanji (che solamente sei giorni fa si giocava qualcosina come la finale di Champions), per ridurre i pericoli di smacco e rientrare da Andorra con il sorriso. Eppure, dinnanzi alla limitata rappresentativa tricolore - battagliera quanto volete, ma qualitativamente troppo povera per andare oltre il concetto di asserragliamento difensivo - il sorriso è solo a metà. Vero, quel che conta è vincere. D'altro canto, contro la 153a forza del ranking FIFA, non si può certo gongolare per un misero 2-1. Storia analoga al 2016, insomma.
E dire che la serata dell'Estadi Nacional sembrava indirizzata verso un epilogo ben diverso. Sì, perché per lunghi tratti - forti del comodo, immediato vantaggio - Xhaka e compagni hanno letteralmente fatto girare a vuoto gli avversari, pur esprimendosi a ritmi tutt'altro che forsennati. Poi, d'improvviso, ecco ciò che non ti aspetti, anche se, ad onor del vero, il sussulto d'orgoglio locale si è fermato al gol della vana speranza. Chissà come avremmo reagito all'eventuale pari, un risultato che, nella storia delle qualificazioni europee, gli andorrani hanno raggiunto soltanto a due riprese, a fronte di un unico successo e addirittura... 60 sconfitte, l'ultima appunto oggi.
Guardiamola positivamente, allora, e giustifichiamo questa trasferta chiaroscura con l'affaticamento generale di fine stagione. Ai 750 tifosi elvetici giunti fin qui, d'altronde, è importato relativamente del poco spettacolo: lo testimoniano i calorosi saluti finali. Altrettanto affettuoso, dall'altra parte dello stadiuolo, il tributo del pubblico casalingo, ma per gli stoici beniamini. Il cui spirito è incarnato alla perfezione dal vecchietto Lima Solà, tornato ad indossare la casacca della Nazionale dopo 12 mesi di assenza e sempre più padrone di un record custodito gelosamente, quello relativo al protrarsi della carriera internazionale (1997-2023). Che sia proprio lui, in fin dei conti, il vero vincitore odierno?
Euro 2024, il servizio su Andorra-Svizzera (16.06.2023)
RSI Sport 16.06.2023, 22:54