calcio - il commento

Una sconfitta che moltiplica i punti interrogativi

Pure le dichiarazioni stonano in casa di una Svizzera già con le spalle al muro

  • Oggi, 09:10
  • 3 ore fa
Yakin

A Yakin il compito di trovare le soluzioni per svoltare

  • Keystone
Di: Ariele Mombelli 

Un gol fatto, otto subiti. Zero punti in classifica e l’obbligo, ora, di recuperarne quattro in sole tre partite alla Serbia per scongiurare una retrocessione nel Gruppo B che rappresenterebbe il primo fallimento della nostra Nazionale nell’era Nations League. Basterebbero in fondo questi numeri per definire il momentaccio post-Europeo che sta vivendo la Svizzera. Un torneo, quello continentale, che sembra ben più lontano dei soli tre mesi che sono effettivamente trascorsi. E non possono essere solo gli (importanti) addii di Sommer, Schär e Shaqiri ad aver messo a soqquadro una squadra tra le più propositive in Germania e incapace oggi di reggere il confronto contro la Serbia.

Se nelle prime due sfide, quelle con Danimarca e Spagna, era stata più volte sottolineata l’impossibilità di allenarsi con una certa costanza, anche per rimettere in careggiata giocatori presentatisi in stati di forma differenti dopo l’estate, oggi le scuse non possono esistere. Di tempo per prepararsi insieme ce n’è stato e i giocatori - chi più, chi meno - hanno avuto modo di entrare nel frattempo nel ritmo dei rispettivi campionati. E allora - al netto di una grande, evidente e importante lacuna in zona gol e nella (poca) qualità in panchina - il problema sembra più una questione di buona volontà e giusto atteggiamento. Elementi che ieri non sono mancati nei primi incoraggianti 20’, buoni soprattutto sul piano della manovra, ma spariti nei restanti 70’. Incomprensibilmente.

Come incomprensibili, o perlomeno di difficile lettura, sono alcune dichiarazioni. In primis quelle di Yakin, che tra la fine dello scorso raduno e l’inizio di quello attuale ha più volte ribadito di voler insistere sulla strada tracciata, perché “tutto è girato storto e non sempre può andare così”. Quasi a voler deresponsabilizzare il gruppo di fronte a prestazioni oggettivamente al di sotto delle aspettative e delle potenzialità. Quasi a voler dire che tanto, prima o poi, continuando allo stesso modo i risultati sarebbero arrivati. Un messaggio onestamente sbagliato che, purtroppo, sembra essere stato recepito in questo modo. E intanto la strada intrapresa sta per incrociare quella inattesa della retrocessione. Per evitarla serve una svolta immediata.

01:14

Nations League, il servizio su Serbia-Svizzera (Info Notte 12.10.2024)

RSI Sport 12.10.2024, 23:16

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