RETROSPETTIVA - CICLISMO

Un 2024 da dominatore assoluto per il nuovo Cannibale

Pogacar ha lasciato le briciole agli avversari, Evenepoel l’unico a splendere

  • 29 dicembre 2024, 09:08
  • 29 dicembre 2024, 09:43
Pogacar

Una stagione da inserire negli annali

  • Imago
Di: Diego Medolago 

Ci sono anni che segnano per sempre la carriera di un atleta e la storia dello sport che praticano. Il 2024 sarà per sempre ricordato come l’anno in cui Tadej Pogacar ha inserito a caratteri cubitali il suo nome nella lista dei più grandi di sempre per quel che riguarda il ciclismo. Lì dove solo le leggende hanno saputo issarsi, arrivando fino a scomodare quello che viene considerato il più grande di tutti. Non ce ne voglia Eddy Merckx, ma lo sloveno - a soli 26 anni!!! - è il nuovo Cannibale di questa generazione e l’annata che si è conclusa ne è la riprova. Dove si possa ancora spingere Pogi solo lui lo sa, dopo aver conquistato 25 vittorie in stagione (su 57 volte che è salito in bici, per un quasi comico 44% di successi), l’accoppiata Giro-Tour per la prima volta dal 1998, il Mondiale e quattro grandi classiche. Gli è mancata l’Olimpiade, dove un mix tra stanchezza e malintesi con la Federazione lo ha portato a rinunciare, permettendo alla stella di Remco Evenepoel di brillare su Parigi. Un unico neo su quella che è con tutta probabilità l’annata più incredibile nella storia della bici.

Italia e Francia con un solo padrone

La firma indelebile di Pogacar sul 2024 arriva - anche - dai Grandi Giri. Dopo Marco Pantani infatti nessuno era più riuscito ad aggiudicarsi l’accoppiata Giro-Tour. Nessuno, fino all’arrivo del fenomeno di Komenda, che dapprima non lascia scampo agli avversari sulle strade italiane, poi pochi mesi più tardi annichilisce la resistenza dei due rivali più accreditati - Jonas Vingegaard e Primoz Roglic - infilando per la terza volta in carriera la maglia gialla sugli Champs-Elysées. Il tutto vincendo 12 tappe in totale, un’enormità (e nuovo record).

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Arcobaleno

La consacrazione totale per Pogi arriva però in Svizzera, sulle strade di Zurigo. Dopo aver rinunciato alle Olimpiadi infatti lo sloveno è atteso a una prova di forza al Mondiale rossocrociato, ma nessuno può attendersi quello che il 26enne ha in mente: a 100km dal traguardo Pogacar scatta lasciando indietro tutti gli altri favoriti, e dopo una cavalcata leggendaria si veste d’arcobaleno per la prima volta in carriera, tagliando il traguardo di Sechseläutenplatz tra l’incredulità generale.

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Mondiali, la sensazionale azione di Tadej Pogacar (29.09.2024)

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Evenepoel a cinque cerchi

Come già accennato, l’unica cosa che è mancata a Pogacar in questa stagione è stata l’Olimpiade, saltata ufficialmente a causa della fatica accumulata nei Grandi Giri, ma anche per un diverbio con la Federazione slovena a causa della mancata convocazione di Urska Zigart, moglie del corridore della UAE. Senza il cannibale a risplendere è stato così Remco Evenepoel, che per la prima volta nella storia ha conquistato sia la medaglia d’oro a cronometro che nella gara in linea.

Un’annata amara per la Svizzera

Era l’anno del Mondiale casalingo e delle Olimpiadi, c’erano dunque grandi aspettative sui corridori rossocrociati al via del 2024. Tolta la striscia di vittorie di Marc Hirschi nella seconda metà d’agosto però, per la Svizzera ci sono state soltanto lacrime. Quelle metaforiche delle nostre punte di diamante, da Stefan Küng a Stefan Bissegger, rimasti a bocca ascutta, e quelle vere, versate per la scomparsa di un’altra stella del ciclismo elvetico a un anno dalla morte di Gino Mäder, Muriel Furrer.

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