Non c’è bisogno di adattarsi, nemmeno per Ambühl e Thürkauf

Highlight: lo si era intuito subito, che la Svizzera questa partita non l’avrebbe sbagliata. Non tanto per (l’ennesimo) gol in entrata siglato da Hischier, quanto per l’intensità portata in pista fin dai primi cambi. Il forecheck attuato a quattro linee ha mandato più volte fuori strada la modesta Danimarca, che pure sul piano fisico è apparsa visibilmente in affanno. A differenza della sfida con la Gran Bretagna, questa volta non abbiamo mai tirato i remi in barca, andando a prenderci la qualificazione matematica con un rotondissimo otto a zero. Ci siamo, dunque. E ora vogliamo il primo posto. Canada e Finlandia sono avvisati.

Top player: non c’è bisogno di affinare più di quel tanto i meccanismi, quando insieme in pista ci sono dei giocatori dal calibro di Fiala, Hischier e Niederreiter. I tre si capiscono ad occhi chiusi e di fatti fanno ammattire fin da subito la difesa danese. In attesa di capire se Fischer riproporrà la super linea o distribuirà il peso offensivo su più blocchi, la menzione odierna va però ad Ambühl e Thürkauf. Entrambi stanno (bene) dove li metti: il primo da tredicesimo attaccante trova un fantastico assist in powerplay, il secondo si sblocca dopo essere passato durante il Mondiale dalla prima alla quarta linea.

Time out: è arrivato il weekend e Praga, come mai prima d’ora, si tinge di rossocrociato. Il “family game” organizzato dalla IIHF è una grande festa a cui tutti prendono parte, anche perché i prezzi sono popolarissimi. Bastano tra i 7 e i 15 franchi, infatti, per assistere alla partita odierna. Per replicare al caos generato dai 17’255 spettatori, la regia della O2 Arena decide di potenziare l’impianto acustico. Fin troppo, tanto che alcuni in tribuna stampa utilizzano i tappi per le orecchie. La sirena finale, allora, è un sollievo. Non solo per la Danimarca.