Sekac emerge nel fragile e desolante weekend del Lugano

Fragile a Losanna, desolante (ma almeno vittorioso, e ci mancherebbe…) contro l’Ajoie. Tutt’altro che esaltante il weekend dei bianconeri che arrancano al penultimo posto della classifica evidenziando carenze mentali e assenza di leadership. Il duro colpo dell’ennesima rimonta subita a Losanna si è fatto sentire alla Cornèr Arena sul ghiaccio e sugli spalti dove il pubblico sembra essere assuefatto ai modesti argomenti proposti dalla squadra. Per il momento la matematica non esclude ancora i bianconeri dalla rincorsa ai play-in: ma vien davvero difficile ragionare in questi termini dopo le ultime due uscite. L’obiettivo primario è lasciare il 13esimo posto, ma anche con 6 punti (contro Ginevra in trasferta e in casa contro il Bienne) potrebbe non bastare.

* Jiri Sekac: a volte esagera nel portare il disco, forse anche perché i compagni di linea non gli forniscono la collaborazione che lui ritiene necessaria. Non sempre lucido nelle scelte, ma uno dei pochi a pattinare a tutta pista.

= Calvin Thürkauf: parente lontano del giocatore ammirato e dominante dello scorso anno, a livello tecnico ma anche e soprattutto fisico. Da capitano dà l’impressione di non riuscire in questa stagione a ergersi a leader carismatico. Ha il merito di risolvere la sfida contro l’Ajoie tornando al gol dopo 9 gare di digiuno.

- Radim Zohorna: segna, è vero, contro il Losanna, ma non riesce a tenere il passo del connazionale per mole di lavoro e qualità. Probabilmente per la sua fisicità (che sfrutta a corrente alternata) Krupp lo preferisce a Michael Joly, confinato in tribuna nel weekend. Questo modesto Lugano però può privarsi della creatività del canadese? Per chi scrive, no.

-- Daniel Carr: il canadese non si fa mai notare. Ma è l’intera linea offensiva (completata da Fazzini e Arcobello) ad aver faticato nel weekend chiuso senza punti e senza riuscire a creare veri pericoli.