FORMULA 1

Trent’anni senza Senna, lo schianto che cambiò la Formula 1

Il primo maggio 1994 la vita del brasiliano finì la sua corsa ad Imola

  • 1 maggio, 08:15
  • 1 maggio, 12:47
Ayrton Senna

Ayrton Senna era nato a San Paolo il 21 marzo del 1960

  • Keystone

Sono passati 30 anni da quel terribile primo maggio di Imola in cui la vita di Ayrton Senna terminò la sua corsa contro il muro alla curva del Tamburello e la Formula Uno perse probabilmente il suo più grande interprete di tutti i tempi. Di quel 1994 gli appassionati di motori - ma anche i meno appassionati tanto era importante il nome del brasiliano nell’immaginario sportivo dell’epoca - hanno le immagini di quell’incidente, di quel casco che impercettibilmente si muove, di quei minuti concitati prima dell’elitrasporto all’Ospedale Maggiore di Bologna dove verrà annunciato il decesso, ancora bene impresse nella mente.

Dopo Senna e dopo quel funesto weekend romagnolo di 30 anni fa la Formula Uno non fu più la stessa. Ci volle l’estremo sacrificio del campione brasiliano - che seguiva quello del quasi esordiente austriaco Roland Ratzenberger, deceduto nelle qualifiche dello stesso Gran Premio - per mettere mano in modo incisivo al regolamento della classe regina delle quattro ruote al fine di limitare i rischi, aumentando la sicurezza di tracciati e monoposto. Malgrado le morti su un circuito di F1 mancassero da ben 12 anni, è vero infatti che gli incidenti erano quasi all’ordine del giorno e troppi muri e troppe poche vie di fuga, troppe vetture disintegrate, troppe tragedie sfiorate hanno accompagnato il Circus dal 1982 - quando persero la vita Gilles Villeneuve e Riccardo Paletti - ad appunto il 1994. E poco importa se Ratzenberger morì per l’alettone anteriore finitogli sotto le gomme che gli impedì sia di frenare, sia di sterzare; e Senna per una serie di sfortunate circostanze che portarono al colpo mortale inferto da un pezzo di sospensione staccatosi nel violento impatto dalla sua monoposto.

Sorsero immediatamente chicane (anche posticce) già in quel Mondiale che incoronò per la prima volta il giovane Michael Schumacher, venne ridisegnato il circuito del GP di San Marino, venne limitata la velocità ai box e poi seguirono tutte le altre migliorie che arrivano fino ai giorni nostri e nonostante le quali abbiamo dovuto piangere nel 2015 (dopo 9 mesi di coma) la morte di Jules Bianchi. Ma in quel GP del Giappone del 2014 finì sotto la lente la gestione della corsa. Non sappiamo cosa sarebbe successo se quel maledetto pezzo di metallo non si fosse infilato nella visiera di Senna, ma di certo la perdita di colui che diceva di essere guidato da una mano dall’alto per tracciare le sue incredibili traiettorie e che domava l’asfalto bagnato come mai nessuno nella storia ha accelerato di parecchio le cose.

02:02

F1, il servizio dell’epoca sull’incidente di Ayrton Senna (01.05.2024)

RSI Sport 01.05.2024, 08:00

01:43

F1, il servizio sulla morte di Ayrton Senna (Info Notte Sport 30.04.2024)

RSI Sport 30.04.2024, 23:26

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