Partenza sbagliata, i sorpassi di Alonso, Coulthard, Raikkonen e Montoya. Poi, però, strategia e qualche problema per i rivali fanno il loro lavoro e consegnano nelle sue mani il secondo posto nonché, con ben quattro gare d’anticipo, l’ultimo titolo piloti della carriera. Sono passati esattamente vent’anni da quel 29 agosto 2004, da quella gara di Spa-Francorchamps, al termine della quale Michael Schumacher si laureò campione del mondo per la settima volta. Un traguardo storico, un traguardo che mai nessuno in Formula 1 era riuscito a raggiungere, almeno fino a Lewis Hamilton nel 2020.
Quella del 2004 è stata l’ultima stagione dominata in lungo e in largo dalla Ferrari, capace in quel caso di vincere 15 delle 18 gare in programma (ben 13 con Schumi). Ferrari che da quel momento ha sì avuto momenti di gloria, vedi Kimi Raikkonen nel 2007, ma non ha tuttavia più avuto modo di ripetersi a quei livelli celestiali. E allora, con il Gran Premio d’Italia alle porte e gli aggiornamenti che verranno messi in pista sulla SF-24, tutti i tifosi del Cavallino Rampante sperano che questo anniversario porti una ventata d’aria fresca a Maranello e che a Monza possano di nuovo riversarsi sul rettilineo al termine della gara per festeggiare un’ottima prestazione dei piloti in rosso.
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Telegiornale 05.11.2022, 21:00