Sci alpino

“Un talento come Odermatt nasce ogni cento anni”

Bernhard Russi spiega cos’ha di speciale il fenomeno dello sci mondiale

  • 25 marzo, 09:01
  • 25 marzo, 16:26
Marco Odermatt

Dietro le quinte

  • Keystone

Quella appena conclusa è stata un’altra stagione trionfale per Marco Odermatt. Ma cosa rende il 26enne di Buochs così speciale? In un’intervista esclusiva ha provato a rispondere a questa domanda l’ex campione iridato e olimpico Bernhard Russi: “È difficile dirlo in poche parole. Prima di tutto Marco è una persona assolutamente normale con i piedi ben piantati a terra. Conserva le sue amicizie di un tempo e non vuole essere speciale ma cerca di essere membro di una squadra come gli altri... d’altro canto un talento come lui nasce una volta ogni cento anni”.

Per come scia ho sempre detto che Odermatt è un freerider

Secondo il 75enne di Andermatt anche le origini hanno il loro peso. “È nato in una regione come Nidvaldo, a Buochs, dove la vita è più semplice rispetto a una grande città e poi l’educazione che ha ricevuto dai genitori e da una famiglia in cui lo sport è stato sempre molto importante. Di sicuro poi si nasce con un certo talento: io penso che Marco Odermatt avrebbe potuto essere un decatleta, un giocatore di hockey o un campione di tennis e questo per come è capace di sentire la mobilità del suo corpo”.

Quando fa una cosa la fa al 100%, ma è anche capace di staccare e andare a bersi una birra con gli amici

Marco Odermatt può diventare il più grande di sempre? “Anche se fa degli sbagli, non importa perché è sempre centrato sugli sci e questo grazie alla sua tecnica - ha spiegato Russi - chi era il miglior calciatore? Maradona, Pelé... Messi? Non è possibile rispondere perché non hanno giocato nello stesso periodo. Jean-Claude Killy non ha mai corso contro Stenmark. Poi Thöni, Tomba o Zurbriggen... non possono sciare contro Odermatt e allora diventa una cosa statistica e personalmente non mi piace molto”.

Bernhard Russi racconta Marco Odermatt (24.03.2024)

RSI Sci alpino 24.03.2024, 16:22

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  • Bernhard Russi

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