Un record battuto, due primati sfiorati e una prima in discesa

Marco Odermatt ci ha abituati a così tante vittorie e così tante medaglie che è diventato quasi difficile continuare a rendersi davvero conto di quanti risultati incredibili il nidvaldese continui a ottenere. Ma anche nel 2024 il 27enne ha compiuto delle grandi imprese, vincendo la sua terza Coppa del Mondo generale, stavolta con un vantaggio record sul secondo in classifica, conquistando tre Coppe di specialità, imponendosi per la prima volta, sempre in Coppa del Mondo, in discesa e sfiorando due altri primati.

Il 2024 di Odermatt comincia, e non poteva essere altrimenti, con una vittoria in gigante, la terza negli ultimi tre anni ad Adelboden. Sul Chuenisbärgli, nel giorno dell’Epifania, il nidvaldese dapprima domina la prima manche e poi ottiene il secondo tempo nella seconda, trionfando alla fine con ben 1”26 di vantaggio sul norvegese Alexander Kilde e 1”77 sul croato Filib Zubcic. Nel tripudio generale dei 30’000 spettatori presenti Odermatt festeggia così il settimo successo consecutivo in gigante, considerando anche le vittorie negli ultimi tre della stagione precedente.

“Ogni serie è qualcosa di speciale - dice “Odi” dopo la gara - ma più che la tripletta ciò che oggi mi rende felice è aver vinto davanti al pubblico di casa, quello sì che è perfetto”.

È campione del mondo in carica dopo aver vinto l’oro ai Mondiali del 2023, ma nel ricchissimo palmarès di Odermatt manca ancora il primo successo in discesa in Coppa del Mondo. E il sogno diventa realtà sulla pista più speciale per uno sciatore rossocrociato, quella del Lauberhorn! Sulle nevi bernesi va dapprima in scena, l’11 gennaio, una gara accorciata (ovvero con partenza vicino al salto dell’Hundschopf) per recuperare una delle due cancellate a Beaver Creek, gara che Odermatt vince battendo di 0”58 il suo grande rivale, il francese Cyprien Sarrazin, e di 0”81 il norvegese Aleksander Kilde.

Ma non è finita lì perché, dopo il secondo posto nel super G del venerdì vinto da Sarrazin, Odermatt firma una clamorosa doppietta in discesa imponendosi anche sul “vero” Lauberhorn! Sabato 13 gennaio, davanti ad un pubblico festante, il 23enne annichilisce la concorrenza e si prende la rivincita sul transalpino, che stacca di 0”59, mentre sul gradino più basso del podio sale, con un ritardo di 1”92, l’italiano Dominik Paris.

A guastare la gioia di “Odi” sono le tante uscite di pista, in particolare quella di Kilde, ancora oggi lontano dalle piste per le conseguenze di quel terribile volo nelle reti di protezione. “La mia vittoria è meritata - dice il nidvaldese dopo la gara - ma mi spiace davvero per tutte quelle cadute”.

Lanciatissimo dopo il trionfale weekend di Wengen, Odermatt è pronto per cogliere il primo successo anche a Kitzbühel, dove non ha mai vinto in carriera (nemmeno in super G) e dove sono in programma ancora una volta due discese. La maledizione della Streif però continua per l’elvetico, che il 19 gennaio si piazza al terzo posto alle spalle del solito Sarrazin e dell’italiano Florian Schieder. Il giorno seguente lo scatenato francese si ripete, condannando “Odi”, che stacca di ben 0”91, al secondo posto. Terzo giunge Paris.

Grazie anche alle vittorie conquistate il 23 gennaio nel gigante di Schladming, il 28 nel super G di Garmisch e il 10 febbraio nel gigante di Bansko, Odermatt si presenta a Palisades Tahoe con la possibilità di chiudere matematicamente i conti e assicurarsi la Coppa del Mondo generale con ben 10 gare di anticipo. E l’elvetico non sbaglia: il 24 febbraio vince il suo decimo gigante consecutivo (siamo a sette su sette in stagione) e si aggiudica per la terza volta in tre anni il grande globo di cristallo! L’austriaco Manuel Feller, solo ottavo nella gara statunitense, scivola a 1’001 punti di distanza nella generale e non può più raggiungere “Odi”.

“Oggi ho avuto anche quel pizzico di fortuna in più - confessa Odermatt dopo il suo trionfo - è incredibile, non so spiegarmi come mai funzioni davvero tutto. È bellissimo vincere per la terza volta consecutiva la generale di Coppa del Mondo. Certo, era nell’aria da qualche giorno, se non da qualche settimana, visti gli infortuni, ma bisogna comunque vincerla!”

Con i due successi ad Aspen di inizio marzo Odermatt raggiunge quota nove vittorie (su nove) in gigante, disciplina nella quale è imbattuto da 12 gare contando anche la stagione 2022-23. A Saalbach, nelle finali di Coppa del Mondo, il 27enne punta quindi a stabilire due incredibili record: en-plein stagionale in una disciplina (10 su 10) e 14 successi in una stagione di Coppa del Mondo. Primati che il nidvaldese definisce “più importanti della Coppa di specialità”, che ha fatto sua negli Stati Uniti all’inizio del mese.

Il 16 marzo il sogno però svanisce clamorosamente nella seconda manche, durante la quale “Odi”, dopo aver dominato la prima, perde l’equilibrio ed è eliminato. Un gran peccato, ma la Svizzera festeggia comunque la vittoria di Loïc Meillard e il terzo posto di Thomas Tumler.

Svanita la possibilità di stabilire due record, Odermatt ne firma comunque un altro, quello del vincitore della generale con il maggior distacco sul secondo classificato. Il 22 marzo, il nidvaldese chiude quinto nel super G di Saalbach vinto da Stefan Rogentin davanti agli altri svizzeri Meillard e Arnaud Boisset e si aggiudica la Coppa di specialità. In quel momento alle sue spalle nella generale c’è proprio Meillard, staccato di 874 punti. Un distacco da primato (il precedente risaliva al 2001, quando Hermann Maier chiuse a +743 su Stephan Eberharter) che non cambia più, visto l’annullamento dell’ultima discesa. Annullamento che però permette ad “Odi” di conquistare anche la sua terza Coppa di specialità, quella di discesa appunto, ed è la prima volta in carriera.

Finita la stagione, Odermatt è ospite della Domenica Sportiva, durante la quale sottolinea quanto è orgoglioso dei risultati ottenuti e delle quattro Coppe vinte. “Quella di discesa però ha un valore particolare - rivela il nidvaldese - ed è quella più importante, perché è quella che mancava all’appello. Se mi sento un discesista o se il gigante è la disciplina che mi rappresenta di più? Non ho ancora una risposta a questa domanda, ma mi sento comunque ancora un gigantista che va molto veloce. Ma sono anche un velocista. Diciamo allora che ‘tuttofare’ è il termine che mi calza a pennello”.