In principio erano quattro. Federer, Nadal, Djokovic e Murray. Nomi eternamente legati l’uno all’altro, nomi che hanno scritto pagine e pagine di tennis, sin dagli albori del XXI secolo. Ora, da gennaio, non ne resterà che uno, stretto nella morsa dei giovani ribelli. Una coppia che avanza con dirompenza, ostentando atteggiamenti tirannici: Jannik da San Candido, Carlos da Murcia. Quando nasceva il primo, nel 2001, il nostro Roger conquistava il primo titolo ATP. Quando veniva al mondo il secondo, nel 2003, il Maestro metteva la prima firma su Wimbledon. Chiamiamola pure genesi di un’era. Da lì in poi, infatti, la banda dei Fab Four ha sempre timbrato il cartellino Slam (con i trionfi di uno, due, tre… o tutti e quattro i membri, come nel 2012), senza tralasciare nemmeno un anno. Fino al 2024, almeno, vera e propria stagione spartiacque. Anche - dato inedito, restando agli “anziani” nel loro insieme - per l’assenza di un qualsivoglia acuto sul massimo circuito: Nadal zero, Murray zero, Djokovic “zeru tituli”. Eppure, dove più contava, il buon Nole ha saputo ancora pungere. Eccome se l’ha fatto…
Due a due e pallina al centro
Se il buongiorno si vede dal mattino, beh, non ci voleva un indovino per prevedere l’intronizzazione di Sinner - primo re italiano in assoluto - a discapito di Djokovic. Ma non prima che quest’ultimo riesca a strappare a Federer (36 anni e 320 giorni) il record di numero uno più vecchio della storia. A Melbourne, l’altoatesino corona il sogno primo Major ribaltando Medvedev in cinque set: è l’inizio dell’ascesa alle massime vette tennistiche.
Australian Open, il championship point in Sinner-Medvedev (28.01.2024)
RSI Sport 28.01.2024, 13:43
E Alcaraz? La reazione del grande rivale, già padrone ad Indian Wells, si manifesta soprattutto nei due Slam di mezzo. Prima il Roland Garros - vinto con due gravose rimonte finali, dinnanzi allo stesso Sinner e a Zverev - poi Wimbledon, il secondo consecutivo… ancora beffando Djokovic: la vendetta, ad ogni modo, verrà servita calda.
Roland Garros, il servizio su Zverev-Alcaraz (La Domenica Sportiva 09.06.2024)
RSI Sport 09.06.2024, 19:44
Seguendo lo schema ABBA, la seconda parte di stagione - quella post Giochi - si tingerà invece quasi tutta d’azzurro. O dell’arancione dei “Carota Boys”, i quali assistono estasiati allo show offerto dal proprio beniamino: Cincinnati, US Open, Shanghai, il discusso (quanto remunerativo) Six Kings Slam, le Finals e, dulcis in fundo, un’altra Coppa Davis. Un quadro davvero perfetto, se non fosse per il noto caso doping emerso bruscamente ad agosto. Tra favorevoli e contrari alla squalifica, l’imputato si affaccia allora al nuovo anno con una certa, giustificata apprensione, in attesa del “giorno del giudizio”. E se lo stop fosse quello richiesto dalla WADA…
ATP, il servizio sul ricorso della WADA contro Sinner (Sportsera 28.09.2024)
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L’ultimo (?) graffio del vecchio volpone
Quando un singolo titolo salva un’annata intera. Anzi, nobilita ulteriormente, sublima una carriera di per sé già leggendaria. Siamo sul Philippe-Chatrier, ma non nel contesto abituale. Al rosso della terra, difatti, fa da contrasto quel blu che reca i cinque cerchi olimpici. Ed è proprio qui, al termine di una finale più che degna di questo nome, che Djokovic tocca l’Olimpo con due mani. Visibilmente tremolanti dall’emozione. D’altronde soltanto tre settimane prima, lo dicevamo, Alcaraz non aveva fatto sconti sull’erba londinese: 6-2 6-2 7-6.
Wimbledon, il match point di Alcaraz-Djokovic (14.07.2024)
RSI Sport 14.07.2024, 17:42
Stavolta però è diverso. A 37 anni, il Djoker è ben conscio di giocarsi le sue ultime carte ai Giochi. Dal mazzo, allora, ecco il jolly. La destinazione è impostata, il percorso lineare. Tanto che sulla strada non resta neppure un set: né contro Nadal, nell’ultimo atto ufficiale di una rivalità da record (ben 60 faccia a faccia totali!), né contro Tsitsipas, né, appunto, contro il favorito spagnolo. Al quale sono fatali due tie-break: 7-6 7-6. Coraggio Carlos, come per Jannik - fermato da una tonsillite, ricordiamo - ci sarà sicuramente modo di rifarsi. Suvvia, lasciate qualcosa anche agli altri. A chi ha dominato la scena per anni, e che ora - presumibilmente - non avrà più molto da chiedere. Sulle poltrone del “Career Golden Slam Club”, d’altra parte, si sta comodissimi. Lì tra divinità, assieme a Steffi Graf, Serena Williams, Andre Agassi… e il solito Rafa.
Goodbye Andy, adiós Rafa!
Ci sarebbe stato benissimo anche Roger, fra quei nomi. Ma nel 2012, a un passo dalla gloria, Murray decise altrimenti. I due ori olimpici nel singolare (exploit reso ancor più unico dalla consecutività) resteranno il principale vanto di Sir Andy, insieme a due Wimbledon (2013 e 2016) e agli US Open 2012. Quale palcoscenico migliore dei Giochi, quindi, per congedarsi in via definitiva? Il sipario cala la sera del primo agosto, in coppia con Daniel Evans: ai quarti del torneo di doppio, Fritz e Paul non hanno pietà. Eppure - malgrado quel crudele sgarbo poc’anzi rievocato - in Svizzera non è festa nazionale: no, un altro campione è appena uscito di scena. Per sempre, e dopo aver lungamente convissuto coi gravi problemi all’anca. I tifosi non si disperino, in ogni caso: rivederlo sul circuito sarà solo una questione… di giorni. E no, non siamo nel multiverso: Murray che allena Djokovic, “hic et nunt”. Qui e ora, esatto.
Fuori uno, fuori due… anzi, fuori tre Fab Four. Nemmeno Nadal ne ha più. E ugualmente per lui, il cerchio si chiude in maniera simbolica: con la Coppa Davis in Andalusia, nel medesimo contesto in cui - era la finale del 2004 - un giovanissimo maiorchino domava Roddick e veniva portato in trionfo dai compagni. Prime gioie, prime emozioni di una gloriosa avventura ultraventennale, pregna di successi (addirittura 59 i “Big Titles”: 22 Slam, 36 Masters 1000 e l’oro a Pechino 2008) così come di record (nessun altro tennista ha raggiunto la vetta del ranking nel corso di tre distinti decenni, per dire).
Coppa Davis, il servizio sull’addio di Rafael Nadal (Info Notte Sport 19.11.2024)
RSI Sport 19.11.2024, 23:09
“Ho sempre sperato che questo momento non arrivasse mai. Grazie per tutti i ricordi indimenticabili e per tutte le tue incredibili imprese nel gioco che amiamo. È stato un onore assoluto!”: la reazione dell’amico-rivale Federer - ad anticipare un’autentica lettera d’addio - è quella di tutti, in fondo. Di tutti i nostalgici, sì, perché dopo il tramonto, tra crepuscolo e notte, la luce dei tempi che furono si sta inesorabilmente spegnendo. Un nuovo giorno incombe. Un nuovo giorno - a ben guardare - è già sorto.
Il 2024 in immagini (La Domenica Sportiva 22.12.2024)
RSI Sport 22.12.2024, 22:49
Rete Uno Sport
Rete Uno Sport 30.12.2024, 09:30
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