Il treno parte e la musica di Neil Young mi scivola addosso quasi fossi in Dead Man di Jim Jarmush. La stazione di Chiasso mi riporta addosso i primi ricordi, quando ci siamo trasferiti li, io ancora bambino, perché mio padre andasse a studiare medicina alla statale a Milano.
Quando la voce gracchiante invece dice Seveso i ricordi prendono un’altra forma, densa, come una nube.
10 luglio 1976. Ripercorro la storia del disastro di Seveso, cercando negli archivi – qualche radiogiornale, una intervista a Luigi Mara a Millevoci e il bel documentario Gambit, di Sabine Gisiger del 2005.
E poi, andando di persona a intervistare Luigi Bisanti, a Milano, il medico che da solo, venticinquenne, si è ritrovato a dover gestire la situazione dopo l’esplosione dell’Icmesa. Anche lui, come mio padre, allievo di Maccacaro, anche lui militante di Medicina Democratica. Ma quel 10 luglio mio padre era ancora poco più che adolescente e la nube tossica lo colpisce metaforicamente...
Lui è morto a 33 anni, 33 anni fa.
Nell’ultimo suo mese di vita con me e mio fratello, di 9 e 11 anni, abbiamo letto Aspettando Godot.
Forse era un indizio anche quello?
Allora prendo due amici attori e ripercorriamo il capolavoro di Beckett.
Di e con Manuel Maria Perrone
Attori: Jacopo Fulgi e Pietro Botte
Intervista a Luigi Bisanti
Archivi: voci degli abitanti di Seveso (varie), Luigi Mara (Millevoci), Jorg Sambleth (Gambit di Sabine Gisigher)
Regia: Manuel Maria Perrone
Presa del suono, sonorizzazione, editing: Thomas Chiesa
Produzione Francesca Giorzi
Scopri la serie
https://www.rsi.ch/s/2181403