All’epoca di Seveso, per la legge in vigore le donne, per accedere all’aborto venivano di fatto forzate a dichiarare che il pensiero di avere un figlio con problemi di salute le esponeva a rischi di natura psichiatrica.
E reato vuol dire galera. Per un aborto si poteva prendere fino a cinque anni. Sia per l’esecutore che per la madre. Il bambino a venire apparteneva alla società, l’aborto era un furto.
Nessuno però sapeva dirgli con certezza se a causa della diossina sarebbero nati malformati o no...
Lasciate sole con quel problema...
I figli della diossina. Noi. Forse non siamo nati malformati. Ma sicuramente sfiduciati.
Leggo la genesi, ascolto il Papa, e la cronaca di questi tempi mi tornano addosso come un boomerang.
La legge 194, che legalizza l’aborto terapeutico, nata proprio sulla scia di Seveso, è oggi pericolosamente rimessa in discussione.
Quando inizia il medioevo, e quando ricomincia?
Di e con Manuel Maria Perrone
Intervista a Luigi Bisanti
Attori: Jacopo Fulgi e Pietro Botte
Lettura da “Icmesa, una rapina di salute, di lavoro, di territorio” e “Genesi” di Moira Albertalli
Archivi: film “una lepre con la faccia da bambina” di Laura Conti, documentario “otto donne a uno specchio”, Papa Francesco, cimiteri dei feti/ internazionale, Jorg Sambleth (Gambit di Sabine Gisigher)
Regia: Manuel Maria Perrone
Presa del suono, sonorizzazione, editing: Thomas Chiesa
Produzione Francesca Giorzi
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https://www.rsi.ch/s/2181403