Per legge, tutte le economie domestiche svizzere e tutte le aziende con sede in Svizzera sono tenute a pagare il canone radiotelevisivo. Sono esentati gli aventi diritto AVS e AI che percepiscono prestazioni complementari.
Dal 1° gennaio 2019 entra in vigore il nuovo canone indipendente dal possesso di un apparecchio di ricezione. A partire da quella data, la riscossione del canone radiotelevisivo sarà di competenza della società Serafe SA. Il canone ammonterà a 365 franchi all'anno per ogni economia domestica di tipo privato. Un'impresa con una cifra d'affari annua superiore ai 500 000 franchi pagherà tra i 365 e i 35 590 franchi all'anno (secondo la sua cifra d’affari).
Spetta al Consiglio federale definire l'importo e la ripartizione del canone. Il 5% del gettito (il 6% a partire dal 2019) è destinato alle radio e TV commerciali che forniscono prestazioni di servizio pubblico.
Il canone in Svizzera è fra i più elevati in Europa: offrire un servizio pubblico radiotelevisivo di qualità, in 4 lingue nazionali (e in 10 lingue attraverso i programmi radio) a una popolazione residente di appena otto milioni di persone è relativamente oneroso, anche tenendo conto dell’elevato costo della vita nel nostro Paese rispetto alla media europea. Se la SRG SSR producesse i propri programmi in un’unica lingua nazionale, i costi (e quindi le tasse di ricezione) scenderebbero del 42%.
Nuove modalità di riscossione del canone, domande frequenti
Chi è soggetto al pagamento del canone radiotelevisivo?
Ogni economia domestica di tipo privato e ogni azienda con sede in Svizzera è soggetta al pagamento del canone. Non ha importanza il canale di ricezione (satellite, antenna o Internet), né tantomeno il tipo di trasmissione consumata. Le economie domestiche che non posseggono apparecchi di ricezione possono chiedere l'esonero dal pagamento del canone (cosiddetto opting out) per un periodo di cinque anni.
Le economie domestiche composte da persone che percepiscono ogni anno prestazioni complementari all'AVS o all'AI sono esonerate su richiesta. Vi è anche la possibilità di un esonero retroattivo. Inoltre, sono esonerati dal canone il personale diplomatico e le persone sordocieche che vivono da sole.
Perché sottostanno all'obbligo di pagare il canone anche le persone che non guardano la televisione o non ascoltano la radio?
La digitalizzazione ha stravolto il consumo dei media. Oggi tutti i contenuti sono disponibili sempre e ovunque indipendentemente dai canali e dai vettori. Di conseguenza, tutte le persone in Svizzera consumano sotto una qualsiasi forma le produzioni della SSR o di un'altra emittente radiotelevisiva concessionaria, che si tratti di video di Nouvo su Facebook, del telegiornale, delle classifiche musicali su Radio Bern 1 o di «Echo der Zeit» in podcast.
Ciò che conta sono i contenuti e non i molteplici vettori di diffusione. La SSR e le emittenti radiotelevisive private titolari di una concessione dipendono dai proventi del canone per produrre contenuti di qualità altrimenti non finanziabili nel piccolo mercato dei media elvetico.
Chi è competente per la riscossione del canone radiotelevisivo?
Fino alla fine del 2018 la riscossione del canone sarà di competenza della società Billag SA, cui subentrerà la società Serafe SA dal 2019. Serafe SA, una società affiliata di Secon SA con sede a Fehraltorf, riscuoterà il canone radiotelevisivo su incarico della Confederazione.
È necessario annunciarsi al nuovo organo di riscossione?
No. La società Serafe emetterà una fattura automaticamente a ogni economia domestica basandosi sui dati dei registri degli abitanti a livello cantonale e comunale.
A quanto ammonterà il canone radiotelevisivo?
Dal 1° gennaio 2019 il canone per le economie domestiche di tipo privato diminuirà da 451 a 365 franchi. Pertanto, dal 2019 un'economia domestica di tipo privato in Svizzera pagherà 365 franchi all'anno per la radio e la televisione. Le collettività, come case di cura e case per anziani, pensionati, penitenziari, convitti o alloggi per richiedenti asilo, pagheranno 730 franchi; le singole persone facenti parte di queste collettività non devono quindi pagare il canone.
Alle imprese con sede in Svizzera si applicherà un sistema tariffario proporzionale: le imprese con una cifra d'affari inferiore ai 500 000 franchi, ossia i tre quarti di tutte le imprese in Svizzera, non dovranno pagare il canone; le imprese con una cifra d'affari compresa tra i 500 000 franchi e 1 milione dovranno pagare 365 franchi come le economie domestiche di tipo privato.
A cosa vengono destinati i proventi del canone radiotelevisivo?
L'88 per cento dei proventi del canone va alla SSR. Inoltre, 35 emittenti private, di cui 13 televisioni regionali, 13 radio locali commerciali e 9 radio complementari non commerciali, ricevono un contributo (6 per cento in totale). Queste emittenti ottemperano secondo la loro concessione a un mandato di prestazioni particolare. Un altro 6 per cento confluisce nel finanziamento di diverse attività come ad esempio nella promozione di nuove tecnologie, nella ricerca sui media o nell'attività di riscossione di Serafe.
Perché la SSR riceve la maggior parte dei proventi del canone?
Su incarico della Confederazione, la SSR garantisce alla popolazione svizzera una ricca offerta radiofonica, televisiva e online in quattro lingue. La SSR ripartisce i suoi mezzi finanziari tra tutte e quattro le regioni linguistiche svizzere rafforzando così la coesione nazionale.
Concretamente ciò significa che sebbene più del 70 per cento dei proventi della SSR derivi dalla Svizzera tedesca, solo il 43 per cento di essi è utilizzato per produrre offerte in lingua tedesca. La differenza è destinata alla Svizzera francese, italiana e romancia. Grazie a questa ripartizione è possibile offrire una programmazione completa anche nelle più piccole regioni linguistiche.
Come utilizza la SSR i proventi del canone?
La SSR si finanzia per circa il 75 per cento con fondi pubblici. La maggior parte delle uscite complessive si registrano nelle produzioni proprie (86 per cento) come «Echo der Zeit» (SRF), «Il Quotidiano» (RSI), «Mise au Point» (RTS) o «Telesguard» (RTR). Nel 2017 il 38 per cento degli investimenti della SSR è stato destinato all'informazione, il 23 per cento all'intrattenimento e ai film, il 19 per cento alla cultura, alla società e alla formazione, il 13 per cento allo sport e il 7 per cento alla musica e alla gioventù.
Link utili: