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Cultura

Una cartolina dal presepe

Tra i vari stili di presepe, quello napoletano si distingue per la sua straordinaria ricchezza artistica e simbolica.

  • Ieri
Di: Christan Gilardi, Stefan Franchini 

Il presepe ha radici antichissime che risalgono al 1223, quando San Francesco d’Assisi organizzò a Greccio una rappresentazione vivente della Natività. Questo evento non solo avvicinò il popolo alla spiritualità attraverso una forma visiva e partecipativa, ma diede vita a una tradizione destinata a evolversi nel tempo. Nei secoli successivi, il presepe si arricchì di nuovi elementi e dettagli, passando da rappresentazioni viventi a vere e proprie opere d’arte, con statuine scolpite e ambientazioni costruite con materiali naturali come legno, pietra e muschio.

Tra i vari stili di presepe, quello napoletano si distingue per la sua straordinaria ricchezza artistica e simbolica. Nato nel XVII secolo e fiorito nel XVIII, soprattutto sotto il regno di Carlo III di Borbone, il presepe napoletano rappresenta un vero e proprio mondo in miniatura. Oltre alla scena della Natività, include una miriade di personaggi che raccontano la vita quotidiana dell’epoca: pastori, artigiani, venditori di frutta, panettieri, pescatori e musicisti, ognuno con un’espressione e un ruolo specifico. Spesso sono presenti anche figure simboliche, come Benino, il pastore dormiente che rappresenta il sogno e l’attesa del divino, o il ciclo delle 12 figure legate ai mesi e alle attività stagionali. Le ambientazioni sono costruite con grande maestria, utilizzando sughero, gesso, cartapesta e tessuti preziosi, creando scenari che vanno dalla grotta della Natività a vivaci mercati e locande.

Il presepe napoletano ha anche una forte componente simbolica: ogni elemento racconta qualcosa di più del semplice evento della Natività. Ad esempio, il ponte rappresenta il passaggio tra il mondo terreno e quello divino, mentre i pozzi e le fontane simboleggiano la purificazione. I re Magi, spesso vestiti in modo sfarzoso, rappresentano l’omaggio delle culture e delle religioni del mondo intero al Bambino Gesù.

Nella Svizzera italiana, la tradizione del presepe è particolarmente viva e assume forme suggestive. Qui, l’usanza di allestire presepi nelle piazze e nei borghi si è sviluppata come un’importante occasione di aggregazione comunitaria. Località come Mendrisio sono celebri per le loro “processioni storiche”, che accompagnano l’allestimento di presepi in grande scala. Minusio, nel Canton Ticino, organizza ogni anno un presepe artistico, spesso realizzato con materiali naturali del territorio, come pietra, legno e muschio, e arricchito da giochi di luce che ne esaltano la bellezza nelle serate invernali.

Una particolarità dei presepi della Svizzera italiana è l’attenzione ai dettagli naturalistici, che richiamano il paesaggio montano e rurale della regione. Spesso le figure sono fatte a mano da artigiani locali, mantenendo vive tecniche tradizionali tramandate di generazione in generazione. Questi presepi non si limitano a rappresentare la Natività, ma raccontano anche la vita del territorio, con scene ispirate al lavoro nei campi, alla cura degli animali e alle feste popolari.

La presenza di presepi nelle piazze e nei borghi diventa un’occasione di ritrovo e di riflessione. Questi allestimenti, che talvolta includono presepi viventi con figuranti in costume, attirano visitatori da tutta la regione e oltre, creando un’atmosfera di festa e condivisione. L’interazione tra il sacro e la comunità è al centro di questa tradizione, che riesce a coniugare l’aspetto religioso con un profondo legame culturale e artistico.

Attraverso il presepe, sia nella ricchezza barocca napoletana che nella semplicità suggestiva della Svizzera italiana, si celebra un messaggio universale di pace, accoglienza e speranza, che continua a unire le persone e a rinnovarsi di anno in anno.

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