Perché Medjugorje sì e Trevignano Romano no? Perché sì per le presunte apparizioni della Madonna dello Scoglio in Calabria e per quelle a Fontanelle di Montichiari in Lombardia, mentre è arrivato il no definitivo per le dibattute apparizioni della Signora di tutti i popoli ad Amsterdam? Le ultime decisioni della Chiesa cattolica sul culto relativo ad alcuni fenomeni mariani più o meno controversi, che sarebbero avvenuti soprattutto fra la metà del ‘900 e i nostri giorni, hanno fatto molto discutere. Tanto più che questi pronunciamenti sono avvenuti in seguito al nuovo documento “Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali” stilato dal Dicastero vaticano per la Dottrina della fede e approvato da papa Francesco nel maggio scorso. Testo che sostituisce le precedenti regole volute da Paolo VI, risalenti al 1978.
La storia ci dice che la gerarchia cattolica ha spesso tenuto un atteggiamento critico, se non scettico, nei confronti di questi fenomeni, definiti “rivelazioni private”, considerando come definitiva ed esaustiva la “rivelazione pubblica” che si è conclusa in epoca apostolica con la stesura dei Vangeli e degli altri libri del Nuovo Testamento. Un atteggiamento di severità essenziale per difendere le verità cristiane dagli spiritualismi e dagli eccessi miracolistici e devozionistici. Il Catechismo della Chiesa cattolica, tuttavia, afferma che «lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni “private”, alcune delle quali sono state riconosciute» ufficialmente. E quando si dice «lungo i secoli» si intende dai primi anni del cristianesimo visto che il santuario del Pilar a Saragozza avrebbe avuto origine da un’apparizione all’apostolo Giacomo, considerato l’evangelizzatore della Spagna, nell’anno 40. Analogamente, stando a uno scritto di Gregorio di Nissa, il vescovo greco Gregorio Taumaturgo avrebbe avuto una analoga visione nel 231. Nei fatti, però, a fronte a oltre duemila fenomeni dei quali si ha un qualche riscontro storico e documentale, le apparizioni mariane ufficialmente approvate come tali sono solo 14. L’ultima si riferisce ai fatti di Kibeho in Ruanda, avvenuti fra il 1981 e l’86, in stretta relazione col genocidio del 1994, riconosciuti come soprannaturali dal vescovo locale e poi dal Dicastero per la dottrina della fede nel 2003, alla stregua di Fatima e Lourdes, tanto per intenderci.
Di nessun’altra manifestazione mariana, dopo Kibeho, la Chiesa ha affermato l’origine soprannaturale. Per quel che riguarda l’Europa l’ultimo episodio riconosciuto non è un’apparizione ma una lacrimazione: l’unica che la Chiesa cattolica abbia mai approvato (peraltro in tempo di record). Parliamo della Madonna delle lacrime di Siracusa della quale in questi giorni ricorre il trentesimo della consacrazione dell’emblematico santuario a opera di Giovanni Paolo II, il 6 novembre del 1994. I fatti della lacrimazione risalgono al 1953, quando, in una povera casa della località siciliana, un piccola effige mariana in gesso, posta a capo del letto di due coniugi, lacrimò per 58 volte fra il 29 agosto e il primo settembre. Al fenomeno assistettero migliaia di persone e fu fotograficamente documentato e filmato anche da passanti. Vi furono decine di guarigioni inspiegabili e fu tale il clamore che il terzo giorno il vescovo di Siracusa incaricò una commissione medico scientifica di osservarne la dinamica e prelevare il liquido. Il quadretto non risultò manomesso, gli occhi senza alcun graffio o fessura e il liquido che ne usciva chimicamente identico a lacrime umane. Un processo ecclesiastico con centinaia di testimoni, perizie tecniche, mediche e scientifiche, portò la conferenza episcopale siciliana a riconoscere come miracolosa la lacrimazione già il 12 dicembre dello stesso anno. Da allora, come spiega don Raffaele Aprile, responsabile dell’accoglienza al santuario, l’interesse per quell’evento è in costante crescita e «attualmente abbiamo una presenza documentata di oltre un milione di pellegrini l’anno da tutto il mondo».
Nasce da questo intenso coinvolgimento spirituale e sociale la necessità per la Chiesa cattolica di regolamentare le procedure di riconoscimento ufficiale di questi fenomeni. Le regole varate da Paolo VI nel 1978 prevedevano due sole possibilità di pronunciamento: uno positivo, “constat de supernaturalitate” e uno negativo, “constat de non supernaturalitate”. Per uscire da questo dualismo e non rischiare di chiudere la porta a devozioni importanti dal punto di vista dei frutti spirituali, è stata escogitata una terza formula attendista e dubitativa: “non constat de supernaturalitate”. In ogni caso si trattava di pronunciamenti che potevano essere espressi dai vescovi locali oltre che dal Dicastero per la dottrina della fede e dal papa.
Il nuovo documento approvato a maggio, invece, stabilisce che sia solo il papa ad autorizzare la valutazione dell’eventuale origine soprannaturale di simili manifestazioni e solo al papa spetti la decisione finale. Inoltre, per dare risposte chiare a quelle realtà in cui si registra un grande flusso di pellegrini, il nuovo testo introduce sei differenti gradi di discernimento e giudizio. Nihil Obstat: non si esprime certezza sulla soprannaturalità, ma si riconoscono i frutti positivi dell’azione dello Spirito. Si incoraggia il vescovo a promuovere la conoscenza del fenomeno e i pellegrinaggi. Prae oculis habeatur: si riconoscono segni positivi, ma ci sono elementi di rischio e confusione che richiedono discernimento e valutazioni dottrinali. Curatur: sono presenti elementi critici, ma c’è ampia ampia frequentazione con frutti spirituali verificabili. Si sconsiglia un divieto, ma si invita a non incoraggiare i fedeli. Sub mandato: le criticità non sono legate al fenomeno, ma all’uso fattone da persone o gruppi. Il papa affida al vescovo o a un delegato la guida pastorale del luogo. Prohibetur et obstruatur: nonostante alcuni elementi positivi, le criticità e i rischi sono gravi. Si chiede al vescovo di dichiarare che l’adesione non è consentita e di spiegarne le ragioni. Declaratio de non supernaturalitate: il vescovo è autorizzato a dichiarare che il fenomeno non è soprannaturale sulla base di prove concrete, errori dottrinali, falsificazioni...
Da questa griglia di discernimento nascono i giudizi citati in principio emessi dal Dicastero per la dottrina della fede e firmati dal cardinale prefetto Victor Manuel Fernández. Quindi la definitiva “declaratio de non supernaturalitate” per il caso di Trevignano e per i fenomeni di Amsterdam (1945-59) legati alla “Signora di tutti i popoli”, per i quali si conferma il giudizio negativo già espresso da Paolo VI nel 1974; il “nihil obstat” per Medjiugorje, per la Madonna dello Scoglio e per Fontanelle di Montichiari. “Nihil obstat” anche per Vailankanni in India (1 agosto). Il 22 agosto, inoltre, è stato dichiarato il “nihil obstat” per l’esperienza spirituale di Estelle Faguette a Bourges in Francia (1876) e per le apparizioni della Vergine Addolorata a Chandavila in Spagna (1945). Più complessa la “declaratio de non supernaturalitate” relativa ad alcuni aspetti della devozione per la figura di Elenita de Jesus a Porto Rico (1 agosto). Particolarmente argomentato anche il “nihil obstat” emesso il 15 luglio per il santuario della Santissima Trinità Misericordia di Maccio in Lombardia, con particolare attenzione all’esperienza spirituale di Gioacchino Genovese.
Il miracolo di Lourdes
Diamoci una mano 02.11.2024, 16:00