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Gli Otis Zola ci mettono anima e blues

Il nuovo progetto dello zurighese Pablo Jucker si basa su sonorità anni Sessanta-Settanta. Una ricerca delle radici che emerge chiara nel secondo EP “Soulbird”

  • 20 dicembre 2024, 16:02
Pablo Jucker

Pablo Jucker, l'artefice di Otis Zola

  • Mx3.ch
Di: Andrea Rigazzi 

Andare a ritroso verso le sorgenti del rock è pratica sempre diffusa fra gli artisti. Sarà per rivivere un ruspante passato, sarà per provare vibrazioni ritenute autentiche, fatto sta che le espressioni di questa ricerca fioriscono anche in Svizzera. Gli Otis Zola appartengono a questa categoria, e non ne fanno certo mistero.

Nata su iniziativa del musicista zurighese Pablo Jucker, la band recupera in modo devoto il suono blueseggiante e souleggiante della musica anni Sessanta-Settanta. Per Otis Zola, Jucker ha ripreso un cammino corale, consistente in una formazione con relativi strumenti, armonie vocali e cori, arrangiamenti e una produzione in grande stile. Un cambio di prospettiva rispetto a quando, come Pablo, accompagnava la sua voce con solo una chitarra. Di quell’esperienza ha mantenuto l’ispirazione ai suoi modelli - Bob Dylan, Nick Drake, George Harrison - scrivendo testi che trasmettano messaggi. Nelle nuove canzoni di Otis Zola troviamo lo sconforto, la tristezza, l’impotenza. Ma anche speranza, amore e ritorno a casa. Un’alternanza tra luci e ombre che rispecchia il dipanarsi delle umane cose. 

Abbiamo parlato di nuove canzoni perché gli Otis Zola sono freschi di pubblicazione di un nuovo EP. “Soulbird” è la seconda uscita dopo “Leavin’ Birds”. I pennuti sempre in primo piano, come a esprimere uno spirito di osservazione dall’alto, un desiderio di totale libertà. In scaletta anche una rilettura di “(Sittin’ on) the Dock of the Bay” di Otis Redding, chiaro omaggio all’ispiratore di metà nome.

06:50

Otis Zola - No Grace

Mx3, Rete Tre 17.12.2024, 12:40

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