Storia

“Sassi contro la finestra di Hitler”

Thomas Mann e “l’arma psicologica” della propaganda; gli ultimi interventi radiofonici alla BBC

  • 21 marzo, 08:32
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Ascoltatori tedeschi di Thomas Mann, Frontespizio della seconda edizione (1945).

Di: Leonardo Tibiletti  

Mentre i successi dell’offensiva sovietica dell’inverno 1945 portarono l’armata rossa sulle sponde del fiume Oder, a 160 km da Berlino, Winston Churchill, Franklin D. Roosevelt e Josef Stalin, su invito di quest’ultimo, si incontrarono dal 4 all’ 11 febbraio 1945 a Yalta, in Crimea, per confrontarsi sul procedere militare e politico di quelli che sarebbero stati gli ultimi mesi della Seconda guerra mondiale. Per il trattamento del Terzo Reich, i tre si accordarono sulla suddivisione in quattro zone di occupazione, nonché su una completa smilitarizzazione e denazificazione. Stalin accettò solo con riluttanza la partecipazione della Francia, i cui rappresentanti non furono invitati né alla conferenza di Teheran nel 1943, né a Yalta; la sua condizione per una zona di occupazione francese era che essa fosse costituita a partire dalle zone americane e inglesi previste. 

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La Conferenza di Yalta

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  • Lina Simoneschi Finocchiaro

Cinque giorni dopo la conferenza e tre giorni dopo il bombardamento di Dresda, lo scrittore Thomas Mann (1875 - 1955), il narratore più letto al mondo da parte dei medici ed estremo oppositore del nazismo, colse l’occasione per rivolgersi nuovamente e direttamente agli ascoltatori tedeschi dal suo esilio in California con un messaggio radiofonico trasmesso dal programma tedesco della BBC

49:47

Thomas Mann: l'uomo, il politico, il narratore

Millevoci 11.04.2011, 13:05

Il Thomas Mann politico disse:

«La politica? […] Beh, è come avere un peso di cento libbre sul petto; ma d’altra parte è anche interessante e avvincente, e se avere ragione rendesse felici, io dovrei essere molto felice, perché su come sarebbe andata a finire con il nazionalsocialismo ci avevo visto giusto in tutto e per tutto…». Per un periodo di quasi cinque anni (ottobre 1940 - maggio 1945), Mann si mise di buon grado al servizio della politica di propaganda britannica, registrando un totale di 59 emissioni radiofoniche, perlopiù da Los Angeles, intitolate Deutsche Hörer!. La formulazione di Mann Steine in Hitlers Fenster (Sassi contro la finestra di Hitler), nata da una lettera del 1943, descrive l’autocomprensione dello scrittore durante la Seconda guerra mondiale, che si considerava tanto un creatore di opere letterarie di grande rilevanza quanto un uomo impegnato nella lotta politica contro Hilter e il nazionalsocialismo, denunciando pubbicamente i progetti di sterminio e tutto ciò che stava accadendo in nome del regime nei discorsi radiofonici trasmessi nel territorio tedesco. Questo dualismo è riconoscibile anche nelle trasmissioni della BBC in rapporto con la Germania: se da un lato Mann si considerava un rappresentare della cultura tedesca, dall’altro era sempre più esasperato nel constatare che la grande maggioranza dei tedeschi sembrava disposta a seguire il regime di Hitler fino alla rovina. Ed è proprio per quest’ultimo motivo che Mann “imbracciò l’arma psicologica” della propaganda inglese, per poter dare una voce credibile, come autore e speaker, alla Germania “altra”, non nazionalsocialista, sfruttando le difficoltà del ministro della propaganda di Goebbels nel bloccare l’offerta d’informazioni radiofoniche provenienti dall’estero e nello screditare lo scrittore con discorsi diffamatori, poiché il poeta era ancora troppo presente nella mente dei tedeschi. I temi centrali e ripetuti del Thomas Mann “politico” nei suoi interventi Deutsche Hörer! con l’intento di smascherare la propaganda nazionalsocialista attraverso la chiarificazione e informazioni oggettive erano pubblici sin dall’inizio: la sconfitta imminente della Germania, la punizione dei suoi leader e l’eliminazione completa del nazionalsocialismo.

Gli ultimi interventi radiofonici e la conferenza di Yalta (Thomas Mann sulla conferenza di Yalta, Archivradio - La storia in originale, 15 febbraio 2025):

Fra il maggio 1944 e il gennaio 1945, Thomas Mann, con il consenso della BBC, interruppe la tramissione radiofonica: «voglio informarvi –scrisse il poeta alla BBC qualche giorno prima dell’interruzione momentanea del programma- che trovo sempre più difficile continuare con le mie trasmissioni mensili in Germania. Potete facilmente immaginarne i motivi. Al momento attuale, è molto difficile consigliare e aiutare il popolo tedesco. Finché non ci sarà stata una svolta decisiva nella situazione militare, non sarà possibile indurre i tedeschi a liberarsi del loro attuale regime». Tuttavia, già il primo dell’anno 1945, con il progressivo ritiro della Wehrmacht dalle Ardenne, la voce di Mann tornò alla BBC, a partire dall’intervento radiofonico del 14 gennaio, esponendo al popolo tedesco le pratiche disumane dei campi di concentramento appena liberati. Evocando sempre più la questione della responsabilità politica e morale dei tedeschi per i crimini commessi nel Terzo Reich e seguendo la massima etica e morale Schuld will Sühne – traducibile con “la colpa richiede riparazione” – Mann riferì i principali risultati della conferenza di Yalta alla puntata  Deutsche Hörer! del 16 febbraio 1945: «il disarmo del paese e (…) l’occupazione da parte delle truppe vincitrici per un lungo periodo; (…) la punizione e la necessaria riparazione dei più atroci crimini nazisti commessi durante questa guerra; la completa eliminazione del partito nazionalsocialista (…)». Inoltre, citando il comunicato alleato della conferenza, Mann corresse consapevolmente le false notizie diffuse dalla propaganda nazista che suggerivano ai tedeschi che le decisioni di Yalta fossero la «sfrontata rivelazione di un diabolico piano di sterminio», basato sull’intenzione di annientare tutti i tedeschi. 

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Immagine di Copertina, "Steine in Hitlers Fenster" di Sonja Valentin (Edizioni Wallstein Verlag, 2015).

Come propone la giornalista Sonja Valentin nel libro intitolato come la stessa autodescrizione di Mann delle sue accorate arringhe contro il dittatore: «Se si dovesse adottare come criterio di valutazione il fatto che i discorsi avessero lo scopo di scuotere i tedeschi e risvegliarli dalla loro irrazionale fedeltà nibelungica a Hitler e al suo regime, si deve giungere alla conclusione che l’obiettivo prefissato non è stato raggiunto». Malgrado questo prima costatazione negativa, prossegue Valentin, «nel fatto stesso che Goebbels si sia sentito in dovere di reagire, (…) risiede la prova della preoccupazione di un regime totalitario, che sorge quando il monopolio dell’informazione ambito nei confronti della propria popolazione si rivela chiaramente irraggiungibile». Mann stesso, pur consapevole di non essere riuscito attraverso le sue trasmissioni radiofoniche a suscitare una ribellione in Germania, concluse uno dei suoi ultimi interventi alla BBC con un misto di rassegnazione e serenità: «Nell’Europa oppressa e nel mondo vasto, molti cuori tormentati hanno trovato sollievo grazie alle mie chiacchiere superflue, e perciò non voglio pentirmene». Come se il messaggio che volesse mandare ai suoi ascoltatori fosse: forse non sempre sono riuscito a “tirare dei sassi” in direzione del dittatore –ironizzando sulle proprie capacità politiche– ma come uomo non ho fallito. 

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