E se il passato fosse il futuro?

La riapertura del Museo della Civiltà contadina era attesissima a Stabio e in tutto il territorio della Svizzera italiana, considerato che il Museo, dopo mesi di chiusura per lavori, ha riaperto i battenti con l’intento di essere accessibile a tutti.

Il Museo della civiltà contadina di Stabio appartiene alla rete dei musei etnografici del Canton Ticino.
Aperto al pubblico nel 1981 con l’intento di conservare e valorizzare le testimonianze rurali del Mendrisiotto e del Basso Ceresio, il Museo consta oggi di una importante collezione etnografica, che sfiora i 19’000 oggetti ed è diretto da  Monica Rusconi, intervistata per il Quotidiano, in occasione della riapertura, da Francesca Pusek.

L’edificio Ottocentesco di tre piani, sede delle vecchie scuole comunali, è affacciato su Piazza Maggiore, nel cuore del nucleo storico del paese, e dispone di sei sale espositive. Due delle sale espositive sono dedicate al vasto tema della civiltà contadina e altre due sale sono dedicate alle mostre temporanee.
Il percorso espositivo ha una connotazione fortemente didattica e interattiva, per coinvolgere i visitatori grandi e piccoli e far loro provare a rivivere gesti scomparsi.

E se il passato fosse il futuro? Una utile domanda retorica che il Museo si pone per lanciare il nuovo allestimento permanente, a due livelli: dedicato al pubblico adulto e al pubblico dei bambini. Un museo che è testimonianza del passato, dedicato al mondo della civiltà contadina della regione, ma che propone ai suoi visitatori attività da provare e gesti da riscoprire.
In occasione della riapertura è stata presentata, al primo piano del Museo, l’esposizione Art Brut da Cortile: un viaggio nell’art brut alla scoperta di volatili e conigli, realizzata dall’artista Gloria Antezana.
Il secondo piano degli spazi museali è stato invece destinato alla mostra temporanea dedicata a galline e conigli, con la presenza degli animali all’interno del Museo: Cervello di gallina e occhio di coniglio.