Forse non tutti sanno che il nostro Ticino è una delle regioni più longeve d’Europa. Lugano è la prima Città svizzera ad aver aderito alla piattaforma internazionale City of Longevity, e sarà al fianco di importanti poli urbani come Londra, Lisbona, Tel Aviv e Buenos Aires per vivere da protagonista tutta una serie di sfide e cambiamenti legati a questi temi. Il 25 marzo si tiene la prima edizione del Lugano Longevity Summit, un appuntamento che riunirà all’USI alcuni dei massimi esperti internazionali e ricercatori del nostro territorio per parlare proprio delle sfide e dei vantaggi legati alla longevità e all’invecchiare in salute.
Lugano ambisce quindi a diventare una cosiddetta “zona blu”, ossia una di quelle aree geografiche cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale. Ad oggi, le principali blue zones sono: Okinawa in Giappone, la Sardegna, Nicoya in Costa Rica, l’isola Greca di Ikaria e Loma Linda in California; tutte aree note per la loro concentrazione di centenari.
La ricerca scientifica su questo tema ci ha permesso di capire meglio i meccanismi legati alla longevità. Diversi lavori ci dicono che i centenari tendono ad adottare uno stile di vita basato sul movimento naturale e regolare, sulla riduzione dello stress, su un senso di scopo e appartenenza e su un’alimentazione naturale e prevalentemente vegetale.
L’alimentazione nelle zone blu: cosa mangia un centenario?
In primis, seguono una dieta con una forte componente vegetale:
verdura e ortaggi di stagione, frutta, legumi, cereali integrali e frutta secca oleosa sono alla base dell’alimentazione dei centenari. Gli alimenti vegetali sono ricchi di fibre, polifenoli antiossidanti, vitamine e minerali, tutti nutrienti essenziali per promuovere la salute e la longevità.
Le popolazioni più longeve, però, non sono per forza vegetariane, in quanto consumano anche carne e pesce, ma con moderazione.Le proteine animali sono consumate con parsimonia e sono di buona qualità:
parliamo dunque di prodotti locali, provenienti da pascoli e non da allevamenti intensivi, e di carni prive di ormoni e antibiotici.I grassi consumati nelle zone blu provengono principalmente da fonti salutari come l’olio d’oliva extra vergine, ricco di acidi grassi monoinsaturi e polifenoli, e frutta secca oleosa. Questo tipo di grassi è ormai noto per i suoi effetti positivi sulla salute cardiovascolare e sulla riduzione dell’infiammazione.
Un’altra caratteristica della dieta della longevità è il ridotto apporto calorico:
diversi lavori scientifici evidenziano una correlazione tra una riduzione moderata delle calorie e una maggiore aspettativa di vita, così come una minore incidenza di malattie croniche.I centenari non mangiano in pochi minuti davanti al computer o al televisore: sanno prendersi il tempo e rallentare, anche a tavola.
La loro dieta varia a seconda delle stagioni e utilizza prevalentemente prodotti locali. Questo non solo garantisce un apporto variato di nutrienti, ma favorisce anche un’alimentazione più sostenibile e meno dipendente da cibi confezionati e ultra-processati, spesso ricchi di zuccheri raffinati, e grassi scadenti.
Longevità, tra sogno e realtà
Millevoci 25.03.2024, 10:35
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Insomma, oggi sappiamo che, se vogliamo aumentare le nostre probabilità di vivere a lungo in salute dobbiamo curare il nostro stile di vita. Il sonno, il movimento, la riduzione dello stress e una corretta nutrizione basata prevalentemente su alimenti vegetali e integrali costituiscono un punto di partenza fondamentale.
Se a queste caratteristiche di base sommiamo anche un nuovo paradigma di cure mediche scientifiche basate sulla prevenzione, sulla diagnosi precoce e su tecniche finalizzate al potenziamento dei meccanismi rigenerativi del nostro corpo, avremo buone probabilità di invecchiare bene e in salute.
Il ritorno allo stile di vita e all’alimentazione di un tempo, ma con il progresso scientifico e la tecnologia odierna sembra essere, ad oggi, una combinazione vincente!
Cent'anni da leone
Falò 16.02.2017, 21:05